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mercoledì 13 marzo 2019

Cartoomics 2019: La ragazza con il cuscino idol

Buongiorno lettori!
Vi avevo detto che sarei ritornata a Cartoomics che l’anno scorso mi sono divertita tantissimo! Quest’anno non è stato da meno e anzi occuperà un posto speciale nel mio cuore perché, incredibile ma vero, è stato il mio primo viaggio totalmente in solitaria. Ho sempre viaggiato e vissuto questo genere di esperienze con qualcuno, con almeno una persona con cui tare in treno o condividere la stanza e il letto; quest’anno nessuno poteva accompagnarmi e quindi con un filo di timore, non posso negarlo, ho viaggiato da sola. È stato strano, ma anche bello; diciamo che poi si è trattato di condividere poco tempo solo con me stessa perché ho incontrato molte persone in fiera.

Intanto ho deciso che l’8 marzo non viaggerò più. Insomma sempre sciopero! Capisco la buona causa per cui si sciopera, ma troppa ansia! Prima ho cambiato treno per evitare lo sciopero della metro, poi il mio treno non era garantito. Sono stata costantemente in ansia per due giorni e la mattina alle 5:45 ero in stazione speranzosa che il treno alle 6:01 partisse. Solo alle 5:55 le porte si sono aperte e poi il treno è partito. Ma fino all’ultimo...

A Milano poi tutto ok con la metro. Avevo la mia valigia e a Rho ho incontrato Federica, Editor della sezione fumetti di Nerd Pool. Specialmente su Facebook condivido tutti gli articoli che scrivo per loro. È stata una scelta impulsiva quella di provare a scrivere per qualcun altro, per una realtà diversa da quella del mio blog, un posto dove ci sono regole e meccanismi diversi ma mi ci sono trovata subito bene. C’è una bella collaborazione, affiatamento e sento anche di essere migliorata dal punto di vista della scrittura perché ho dovuto accontentare la tanto temuta Leggibilità di WordPress. 

Insomma per Cartoomics ho potuto incontrare di persona Federica, Giacomo, Angelo, Alessandro, Fabrizio e Ilaria che scrivono e gestiscono Nerd Pool e mi ha fatto molto piacere. È stata una bella occasione per incontrarci faccia a faccia, parlare del sito ma anche di tutte le cose Nerd e non solo che ci appassionano. Sapete che io lo dico sempre che le persone sono la cosa più importante quando vado agli eventi: solo in quelle occasioni posso conoscere gente e rivedere i miei amici virtuali. Venerdì ho girato e chiacchierato con il team di Nerd Pool, mentre sabato ho incontrato per poco Mara di Little Mouse Bookclub e anche Silvia di I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Con lei ho parlato tanto e insieme abbiamo girato tantissimi stand, ammetto che in alcuni non mi sarei fermata e soffermata se non fosse stato per lei, ma è stato davvero bello e interessante.

venerdì 27 aprile 2018

Le stagioni degli anime #1 Winter 2018


Buongiorno lettori!
Avevo avuto già questa estate una mezza idea di fare una rubrica dedicata agli anime dell’ultima stagione ma tra una cosa e l’altra non l’ho più fatta. Lo faccio adesso perché mi è ritornata la voglia e i titoli che mi hanno accompagnato durante questo lungo inverno mi sono molto piaciuti e volevo condividerli con voi.
Iniziamo a dire che non guardo solo anime ma anche qualche serie (Quelle che hanno un American X Story, Games of thrones, How to get away with murder - mi rifiuto di chiamarlo con il suo titolo italiano! - e Outlander, sono quelle che seguo più regolarmente) e forse un giorno parlerò anche di queste serie ma nell’ultimo anno e mezzo mi sono ritrovata spesso a vedere anime durante i pasti perché mangio spesso da sola (T_T), la televisione non funziona (e il più delle volte non ha programmi che mi piacciono, almeno non nelle fasce orarie durante le quali potrei vederla) e anche le famosissime serie americane mi hanno attratto poco ultimamente; gli anime sono brevi, ci sono varie piattaforme che ti permettono di vederli gratuitamente e quindi tra una cosa e l’altra, un anime al giorno toglie la tristezza di torno (era così il detto, no?) e mi sono vista un po’ di serie, nuove ma non solo. Proprio perché mi sono avvicinata al mondo degli anime tardi, due annetti fa o poco più, ci sono tante serie di 3/4 anni fa che recuperato solo ora, ma quest’inverno mi sono data molto di più a nuove serie e quindi pensavo di condividere con voi queste mie visioni (se siete curiosi però potrei parlare anche di altre serie non della stagione anche solo brevemente; un unico post diventerebbe controproducente e lungo ma forse un post a parte si può fare).
Spero che la cosa vi piaccia, perché rientra anche nel discorso che porto avanti da qualche mese sul volere che il blog parli di me e delle mie passioni e al diavolo visualizzazioni e commenti (anche se sempre graditi): come dicevo non guardo molte serie Americane, non sono abbonata a Netflix (però ci sto pensando...), guardo pochi film perché sono lunghi e spesso anche se vorrei vederli mi ritrovo con poco tempo da dedicarci (e no, un film non si interrompe a metà e lo si riprende poi, non esiste per me!) quindi guardo anime. Non faccio poi delle mega maratone che in due giorni mi vedo un’intera stagione, vado principalmente a un episodio massimo due per volta, anche di due serie diverse, giusto per non ritrovarmi a fissare il muro della cucina mentre mangio o mentre aspetto che l’acqua bolla...
Ecco, direi che l’introduzione è stata abbastanza lunga e chiara. Aggiungo che l'idea è di fare un post ogni tre mesi circa, nel periodo tra la fine di una stagione anime e l'inizio della nuova (indicativamente pensavo di farlo nei mesi di aprile, luglio, ottobre e gennaio) e appunto vi parlerò delle serie concluse che mi sono piaciute di più e di quelle che voglio vedere nella nuova stagione.
Ultima cosa: su consiglio spassionato del caro Gigguk (adoro i suoi video!) ho iniziato ad usare MyAnimeList per tracciare le serie che vedo e per trovare tutte le informazioni aggiornate e precise su serie nuove e vecchie; c'è anche una app molto efficiente sopratutto per aggiornare le serie che vedete, indicando l'episodio al quale siete arrivati. Vi consiglio a mia volta l'utilizzo e se avete voglia potete anche seguirmi (questo è il mio profilo). 



Titolo: A place further than the universe
Titolo originale: Sora yori mo Tooi Basho
Episodi: 13 (conclusa)
Piattaforma in italiano: Crunchyroll

Una cosa che credo di non aver mai rivelato prima è, il mio desiderio di andare, un giorno, in un posto freddo. Ma freddo freddo. Dove c’è solo il ghiaccio, la neve, pinguini, orsi, renne. Insomma ho reso l’idea? (Sono stata segnata da piccolina dalle foto della Finlandia di amici dei miei e dagli account di National Geographic che mi pubblicano foto carine di animali e non...). Quando mi hanno detto che A place further than the universe parla di quattro liceali che vanno in Antartide con una missione civile ho detto che dovevo quantomeno vedere il primo episodio, ma mi sono trovata a recuperare tutti gli episodi in brevissimo tempo. la protagonista Mari si rende conto di non aver combinato nulla nei suoi due anni di liceo, di non aver vissuto appieno la sua giovinezza e anche quando ci prova, quando decide di saltare la scuola e di andare in giro, non ci riesce. Un giorno incontra per caso Shirase, una sua compagna di scuola che ha un obbiettivo molto particolare: andare in Antartide, il luogo dove la madre è morta durante una spedizione. Mari decide di aiutare Shirase a realizzare il suo sogno, ma in un certo senso diventa il suo sogno e il suo obbiettivo è quello di Hinata, commessa che ha abbandonato la scuola per lavorare e, Yuzuki, baby Star della televisione che non ha amici. Le quattro ragazze in mezzo a tante difficoltà riusciranno a salire sulla nave che le porterà in quel posto che la madre di Shirase definiva ai confini dell’universo....
È una storia bellissima, mi ha subito colpito e appassionato perché poi le protagoniste hanno dei sentimenti comunissimi e anche il loro tentativo di andare in Antartide presenta molti problemi e questioni reali e legittime, niente viene idealizzato o risolto così (tranne forse i genitori della protagonista che in pratica dicono “Si, vai in Antartide un paio di mesi, nessun problema!”). Insomma impossibile non riconoscersi in almeno una delle ragazze e simpatizzare anche con gli altri personaggi, ognuno con una sua storia e con un suo motivo per andare in Antartide. Ho adorato tantissimo anche i rapporti che ci sono tra le ragazze e altri personaggi, tra ad esempi Shirase e il capo della spedizione, vecchia amica della madre che si sente in colpa per la sua morte. Non sono informatissima a riguardo ma anche la rappresentazione della spedizione, dei preparativi, della vita sulla nave e nella stazione mi sembrano ben spiegati e rappresentati nonostante ovvie omissioni che avrebbero rallentano la storia (e forse anche annoiato lo spettatore). La cosa che mi è piaciuta di più è la poesia che permea la storia, le bellissime rappresentazioni di tutti questi elementi nuovi e sconosciuti, della nave e del continente che le nostre protagoniste vogliono raggiungere, i momenti di riflessioni prima di un passo importante come quello che rappresenta il loro viaggio: mi ha molto commosso. La storia unendo momenti di divertimento e curiosità, con altri più seri e importanti, ti fa riflettere e ti invita a provare qualcosa di nuovo, di realizzare il tuo obbiettivo per quanto strano , anormale e difficile. Mari all’inizio non riesce a prendere il treno per andare a Tokyo a divertirsi un pomeriggio forse perché non aveva un obbiettivo, una motivazione e quando la trova riesce addirittura ad abbandonare tutto e andare in Antartide. Anche noi non siamo obbligati ad andarci ma forse nel nostro piccolo abbiamo tante, forse tantissime cose, per le quali dobbiamo trovare il coraggio e la determinazione per farlo, per provarci e mettere tutto noi stessi e credo che sia questo il bellissimo insegnamento di questo anime. E che i pinguini sono meravigliosi anche se puzzano.

lunedì 5 marzo 2018

Sport’s anime are a way of life: Come anime e manga sportivi mi hanno fatto apprezzare di più lo sport "reale"

Buongiorno lettori!

Foto presa dal web
Febbraio è stato il mese delle Olimpiadi Invernali e niente, ho mai detto quanto mi piacciono le Olimpiadi? Non credo, però se mi seguite sui vari social avrete notato che specifico una cosa nella mia presentazione, ossia "amante di manga e anime (sportivi)". Perché quel "sportivi" tra parentesi? Beh, innanzitutto perché essendo tra parentesi la grammatica dice che è una cosa che si può escludere e non compromette il senso della frase (e infatti leggo e guardo manga e anime di vario genere), ma quelli sportivi hanno rapito il mio cuore state certi che tra le nuove (ma anche vecchie) uscite ho sempre un occhio di riguardo verso quelle che parlano di sport perché mi piacciono in una maniera assurda: mi prendono, spaccano il mio cuore e mi fanno conoscere ed appassionare a sport che non mi interessavano prima. E sapete una cosa? Se adesso apprezzo e guardo con molto più entusiasmo lo sport beh, lo devo senza dubbio a manga e anime...

Iniziamo con una precisazione che stupirà molti di voi: non sono una tipa sportiva. 
E ci ho provato, ne ho provati tanti di sport nella mia breve ma intensa vita, ma non è andata sempre molto bene...

Bicicletta: per due anni ho partecipato ad una gara competitiva di beneficenza e il primo anno sono caduta alla prima curva (non scherzo, la PRIMA, a neanche 200 metri dopo la partenza) e mi sono ritirata; il secondo anno sono caduta nuovamente a metà percorso (dove la strada era sterrata) ma sono riuscita a finirla. La bicicletta la uso occasionalmente su strade lastricate e preferibilmente in piano.

Nuoto: due anni circa di corso e ad oggi riesco a fare un po' di dorso. È una questione psicologica, ho paura di non toccare il fondo con i piedi, dell'acqua alta (e vivi a Venezia, ahahah!). Avrei bisogno di uno psicologo più che di un bagnino, quindi andiamo avanti!

Pallavolo: non male, quello che forse siamo andati più in là facendo quasi 3 anni e provando (inutilmente) ad entrare nella squadra locale Under 15. Certo, la tua battuta faceva schifo ma a ricevere non era malaccio, dai. Extra: squadra di pallavolo con Madre insieme ad un gruppo di madri e figlie al torneo estivo dell'oratorio: eravamo le più simpatiche, non serve aggiungere altro.

Pattinaggio: un annetto scarso di corso che mi ha insegnato quantomeno a stare in piedi, ma ancora oggi quando ti viene la pallida idea di andare a pattinare (perché la pista di pattinaggio, sopratutto all'aria aperta, ti fa andare il cervello in pappa e fremi per entrarci) le tue caviglie piangono e temono di non uscire intere, ma alla fine sopravvivi con qualche ematoma qua e là.

Curling: ebbene sì, ho fatto anche curling, sport del quale molti ignorano l'esistenza o quantomeno il funzionamento (vi lascio un bel video esplicativo che è meglio delle mie inutili parole). Partite divertenti e in compagnia, niente di serio ma sei pur sempre sul ghiaccio e cadere è obbligatorio e non dimentichiamoci una cosa fondamentale, ossia che devi anche avere parecchio culo che la stone non esca dal cerchio (e lo fa, immancabilmente lo fa e perdi, ovvio!)

Palla avvelenata: si includo lo sport più terribile che gli insegnanti possano mai insegnare a dei bambini delle elementari. Però non ero male a schivare le pallonate, riuscivo a rimanere un bel po' in campo ma niente di eccezionale, dopotutto non esiste un campionato di palla avvelenata... (o sbaglio?)

Calcio: all'oratorio ovviamente, un po' tiravo o un po' paravo. Il mio polso si è spaccato una volta per colpa di uno stronzo più grande (e che faceva parte della squadra di calcio locale) che mi ha tirato una pallonata, ma sono ancora integra (fisicamente, psicologicamente ho ancora qualche dubbio...).

Sci alpino: mio padre dopo 15 minuti di lezione da lui stesso condotta ha deciso che il mio spazzaneve era pronto per affrontare un'intera pista e mi ci ha portata a tradimento. Io ho fatto un'intera pista abbastanza decentemente (ovviamente cadendo ogni tanto, ma l'ho fatta) e ho deciso che non avrei mai più seguito da sola mio padre la domenica mattina, lo avrei fatto solo se mia madre si fosse unita a noi (perché lei non scia e non approva certe cose che mio padre voleva farmi fare/provare ecc...)

L'unico mio momento di vera gloria sportiva l'ho avuto con la mia classe di quinta elementare a una competizione denominata Mini-Olimpiadi, dove squadre di diverse scuole elementari della zona si sfidavano in varie competizioni sportive per determinare chi è il più forte (un'idea geniale per abbattere l'autostima di pre-adolescenti, vero?). Siamo arrivati terzi perché al tiro alla fune quegli stronzi della Quinta A ci hanno battuto in finale, l'unica classe che non siamo mai riusciti a battere (sembra inutile specificarlo ma si, ero presa benissimo dal tiro alla fune che poi era l'unica gara alla quale ho partecipato con molto entusiasmo).

In seguito a tutte queste esperienze se non negative quantomeno poco soddisfacenti, e al fatto che o fai sport e socializzi, o sei un escluso sfigato (indovinate in quale categoria rientravo!), ho sviluppato un insano odio per lo sport: ho deciso che lo avrei totalmente escluso dalla mia vita e mi sarei dedicata ad altro, in particolare allo studio e ai libri. Alle medie il mio odio aveva raggiunto l'apice, arrivando a discutere alquanto animatamente con i miei ma anche con i genitori di compagni e amici e nel mio tema di italiano per l'esame di terza media c'era un parte dove mi lamentavo di quanto gli arbitri e gli allenatori sportivi parlino parlino e poi manco sanno giocare al loro sport e in questo modo gli atleti non possono dare un buon risultato, perché non hanno il giusto supporto. 

Foto presa dal web
Aggiungo inoltre che la realtà dove sono cresciuta, il mio paesino sperduto tra le montagne, considera gli sport invernali quasi una religione: lo sci alpino in particolare è una pratica che viene quasi inculcata nella mente come qualcosa di necessario e importantissimo, che DEVI praticare e se non lo fai pecchi, diventi quella strana, l'esclusa quella che rinuncia a sciare per studiare o per fare altro che ovviamente viene considerato meno importante dello sci (pure la scuola). Sia chiaro che è innegabile che lo sci sia il motore economico trainante delle realtà dove sono nata e cresciuta, ma dal liceo in poi ho sempre passato gran parte della mia vita fuori dai suoi confini e per questo ho avuto una visione diversa ed esterna delle cose: mi sono resa conto di volere di più, di voler avere più opportunità al di fuori dello sport, di scegliere la cultura e questo mi faceva sentire bene, mi faceva anche (lo confesso) sentire un pochino superiore agli altri, a quelli che guardavano solo al fisico e non alla mente. Un ragionamento sotto molti punti sbagliato ma lo capisco solo ora, solo ora capisco che il mio ragionamento era alquanto sbagliato e lamentavo che nella vita alcune cose fossero sbagliate mentre lodavo quelle stesse cose vedendole in manga e anime.

domenica 31 dicembre 2017

The Best and Worst of my 2017: 17 libri per celebrare l'anno che sta andando via

Buongiorno lettori!
Non ho mai fatto questo genere di post ma quest'anno mi è venuta voglia di farlo e di riepilogare le mie letture migliori e peggiori per il 2017. Non voglio fare top ten perché non ce la farei a ridurre così tanto il numero e pensandoci su ho trovato che 17 fosse un buon numero, no? E quindi eccomi a presentarvi i 17 libri migliori e peggiori per salutare il 2017, nella speranza che nel 2018 ci saranno tante belle letture di vario genere ;)

Iniziamo la carrellata con i 4 titoli peggiori, poi i migliori, divisi in libri e manga e fumetti, dando spazio anche a questi ultimi perché ultimamente ho iniziato a leggerli e godermeli più che negli anni passati e credo sia giusto parlarne. 

Diamo quindi iniziò a questo riepilogo e mi raccomando, ditemi quali sono i titoli migliori (e si, dai anche quelli peggiori) del vostro 2017! 


The Worst:

Paper Princess di Erin Watt
(Leggi qui la mia recensione!)
Direi che è stata la mia più grande delusione di quest'anno più che altro perché tutti ne hanno parlato (e in certo senso hanno anche rotto le scatole), e mi aspettavo davvero un bel romanzo ma non è stato così. Come ammetto anche nella mia recensione, qualcuno mi ha spoilerato un po' troppo e quindi anche questo non mi ha fatto godere appieno questo romanzo e non ho molta voglia di comprare e leggere questa serie. Se ce ne sarà l'occasione ci darò un occhiata sopratutto ai romanzi dei gemelli che mi sembra usciranno prossimamente ma per me è stata davvero una delusione...



The Queen of the Tearling di Erika
(Leggi qui la mia recensione!)
Anche se è uscito tempo fa anche di questo romanzo ne hanno parlato tantissimo e mi aspettavo qualcosa in più. L'ho iniziato perché ormai è uscita tutta la trilogia e volevo prenderla ma ormai non compro i successivi volumi senza aver letto il primo volume e meno male che non l'ho fatto perché non li avrei letti. Di certo l'edizione è molto bella e vale tutti i soldi del prezzo, ma la storia non mi ha preso e quindi per me è un no.



Maestra di Lisa Hilton
(Leggi qui la mia recensione!)
Un romanzo che mi ispirava, che pensavo fosse diverso da quello che prometteva la trama ma non è stato così L'ho letto perché ho preso il secondo in offerta ebook e proverò a leggerlo sperando in un miglioramento della protagonista che pensa una cosa e ne fa un'altra... Boh, non mi aspettavo un capolavoro o che entrasse nei miei libri preferiti, ma neanche che mi deludesse così... Peccato perché poi la storia in se aveva anche delle buone possibilità se sviluppata meglio.



Numb Anna di Diego Ferra
La mia recensione uscirà l'anno prossimo nel Wrap-Up di dicembre, ma la trovate già su Goodreads e che altro dire di questo libro se non che é stata la prima volta che ho dato 1 stella ad un libro? Mai successo in vita mai ma cliccare due stelle mi sembrava troppo. Sconsigliato, non dico altro!







The Best:

Libri:

Chi è senza peccato di Jane Harper 
Una libro preso così, perché mi guardava in libreria e mi ispirava innanzitutto la sua copertina minimale e che aveva pure una bella trama! Non mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto così tanto! Sono contenta poi che ci saranno nuove avventure con il detective XY perché mi è molto piaciuto il suo personaggio e voglio leggere di altri suoi casi.



Il castello errante di Howl di Diana Wynne Jones
Una rilettura molto piacevole (e l'unica dell'anno): ho conosciuto questo libro grazie all'omonimo film d'animazione di Hayao Miyazaki e non me ne pento, anzi consiglio questo libro è tutta la trilogia di Diana Wyne Jones perché è una lettura piacevole adatta anche a un pubblico giovane e dove l'atmosfera magica e film è ancora più presente e incanta ancora di più. Nei primi mesi del 2018 voglio leggere il terzo capitolo, La casa per Ognidove, ma ho letto il secondo Il castello in aria ed è molto bello ed avventuroso.



giovedì 6 luglio 2017

Manga's Corner #9 Giugno 2017


Buongiorno lettori!

Un mese tranquillo, diciamo così! Sono riuscita a terminare le mie letture di maggio arretrate (si, maggio è stato il delirio! Mai letti così tanti manga!) e poi continuate con le mie classiche serie. Direi contenta dai, giusto ho dei dubbi su alcune serie ma cerco sempre di essere positiva e di sperare nel meglio e solo il tempo (e la lettura) dirà se ho torto o ragione ;)

Qui sotto quindi trovate le mie letture mangose del mese e come sempre vi invito a commentare con le vostre, mi raccomando!



Mission of love 3 di Ema Toyama
Un volume un po' piatto diciamo: mi è piaciuta la parte dedicata ad Akira (che orma è diventato davvero il mio personaggio preferito di questa serie) con il suo passato e i suoi sentimenti nei confronti di Yukina, ma il resto niente di che, solite cose già viste nei volumi precedenti. Sul finale intravediamo un nuovo personaggio, Mami, che spero movimenti un po' la storia e la renda più interessante (meglio del triangolo c'è soltanto il quadrato, giusto?) perché se no finirebbe per essere la solita tiritera che abbiamo già letto nei precedenti volumi e non voglio (e/o spero) che succeda.





Ichi The Killer 1 di Hideo Yamamoto
Un volume che mi aveva colpito non appena lo avevo visto allo stand Panini al Salone del libro di Torino. Mi piacciono queste storie molto dark ma che hanno come base la realtà. Particolarissimo è il protagonista, l'Ichi del titolo che è un killer molto atipico, che esegue gli ordini senza fiatare: intravediamo appena sul finale del volume il suo passato difficile che l'hanno portato ad imparare le arti marziali per difendersi; vorrei leggere il continuo solo per saperne di più su di lui. Il resto della storia è dedicato alla Yakuza, la mafia giapponese, la seconda grande protagonista della storia, in particolare Kakihara, capo di un gruppo mafioso che, al pari di Ichi, è molto perverso. La storia incuriosisce assai pur essendo molto forte sia nei temi che nei disegni e devo ammettere che è il più forte manga che abbia mai letto e la cosa mia spaventa un pochino, anche se, come ho detto, c'è molta curiosità nel leggere il conto della storia. 



Noragami 2 di Adachitoka
In questo secondo volume scopriamo molti più particolari su mondo del dio Yato e gli spiriti. Un ruolo molto importante è quello della sua arma, Yukine che si rivelerà un personaggio molto complesso e dark: mi è molto piaciuto e spero che ne scopriremmo di più prossimamente. Mi è piaciuto anche che vengono introdotti nuovi personaggi interessanti, come la dea Bishamon, che ampliano la visione della storia è giustamente mi è rimasta grande curiosità di leggere altro di questa serie molto bella e nuova. 




lunedì 26 giugno 2017

Manga's Corner #8 Maggio 2017 Part 2: Numeri Uno

Buongiorno lettori!

Bentornati al secondo appuntamento con Manga's Corner (il primo lo trovate qui!)! In questa parte ci sono solo volumi numero uno, perché ne ho presi un po' XD Alcune sono vecchie conoscenze che ho voluto avere in versione cartacea, altre novità prese per curiosità e che in generale mi hanno soddisfatto. Si sa però che il primo è sempre il migliore, e quindi vedremo come andranno i successivi volumi, giusto?

Murcielago 1 di
Ho preso questo volume così, incuriosita dalla trama e niente è davvero mooolto particolare. La protagonista Kuroko Komori è una killer assoldata dallo stato per trovare e uccidere individui pericolosi e pazzi, proprio perché lei è una persona folle e pericolosa. Molto pericolosa. Ed è anche particolare. Ha un debole per le donne belle e formose e da loro si fa abbindolare facilmente (avete presente Lupin? Ecco, la sua versione al femminile!), ma quando è in caccia di un criminale è davvero temibile ed è meglio non farla arrabbiare! La serie promette bene e sono curiosa di vedere come prosegue e scoprire altri lati folli di Kuroko.



I mille colori dell'amore Tutto comincia da te 1 di Ai Minase
Una nuova romantica serie: Mashiro si innamora di Haruto, venuto in vacanza nella sua isoletta. Lui però va via lasciando però in Mashiro un ricordo dolce amaro del suo primo amore. La ragazza cresce e si trasferisce a Tokyo per frequentare il liceo e incontra nuovamente Haruto che però sembra non ricordarsi nulla di lei, figuriamoci ricambiare il suo sentimento. Mashiro cercherà di abituarsi alla città, al nuovo ambiente e a farsi nuova amicizie oltre ad avvicinarsi ad Haruto. Una serie che promette tante emozioni e divertimento, dei disegni belli e anche la caratterizzazione della protagonista che deve affrontare da sola molte difficoltà.



Kiss him, not me 1 di Junko
Ho sentito molto parlare dell'anime di questa serie lo scorso autunno e sono stata felice dell'annuncio dell'uscita in Italia del manga. La protagonista Kae è una fujioshi, ossia una di quelle fanatiche che shippa coppie omosessuali in anime e manga. Ebbene quando il suo personaggio preferito del anime che più ama muore si rinchiude per una settimana in casa e dimagrisce in maniera incredibile diventando una figa pazzesca (non c'è altro modo di dirlo XD). Ed ecco che ben quattro ragazzi della sua scuola iniziano a girarle attorno e a voler uscire con lei. Ma lei preferirebbe di gran lunga che questi "interagissero" tra di loro, ma non vuole allontanarli e allo stesso tempo non vuole che loro scoprano la sua "passione segreta". C'è tantissimo divertimento e situazioni esilaranti e sono curiosa di leggere come si evolverà questa strana situazione.



Yowamushi Peal 1-2 di Wataru Watanabe (in lingua inglese)
Lettori, vi presento la mia guilty pleausure degli ultimi mesi. Ho iniziato online la lettura di Yowamushi Pedal per soddisfare una mia curiosità, visto che ho scoperto una canzone legata all'anime e ho voluto scoprirne di più. Da lì sono scesa nel baratro e non penso di uscirne. Il protagonista è Sakamichi Onoda ed è un otaku della peggiore specie: per risparmiare soldi dell'autobus va in bicicletta fino ad Akihabara (il quartiere di Tokyo famoso per i suoi negozi di elettronica e di anime e manga). E che ci vuole dite voi, ma tra andata e ritorno lui si fa 90 chilometri in bicicletta, non so se capite le pedalate che si fa... Giunto al primo anno del Liceo Sohoku il ragazzo vorrebbe aprire un club dove parlare delle sue passioni ma non riesce; incontra però Imaizumi, un ragazzo che compete in bicicletta a livello agonistico e non ha intenzione di perdere contro nessuno, specialmente contro un otaku che riesce a pedalare sulla ripidissima salita che porta a scuola canticchiando la sigla di un anime (Sakamichi lo fa, ve lo giuro!)! Imizumi però si rende conto che Sakamichi ha un vero e proprio talento con le biciclette e lo invita ad unirsi al club di ciclismo del Sohoku. Nel mentre Sakamichi incontra un altro ciclista, il rosso Naruko e anche lui lo invita ad unirsi al club. Il desiderio di pedalare con i suoi nuovi amici porta Onoda ad iscriversi ma ecco che il giorno stesso che entra nel club viene organizzata una gara tra i ragazzi del primo anno per determinare le loro abilità... Perché da adesso in poi il cammino di Onoda sarà solo in salita.
Capite che io ho letto questi capitoli in autunno e rileggerli nuovamente mi hanno emozionato ancora. Ho un po' riso perché il design dei personaggi è cambiato anche tanto e alcuni personaggi sono quasi irriconoscibili (cito uno dei miei preferiti, Makishima, i cui capelli aumentano di lunghezza e la cui faccia è sempre più magra ad ogni capitolo), ma per il resto piangevo per la bellissima storia e il suo messaggio. Onoda non vuole altro che avere degli amici con cui condividere la sua passione per manga ed anime ma scopre di averne un'altra, la bici, e di come questa lo aiuta ad entrare in contatto con persone con le quali non avrebbe altrimenti mai rivolto parola. Il suo talento unico con la bicicletta gli permette di uscire, di aprirsi e di fare nuove esperienze che altrimenti non avrebbe mai fatto. Poi beh più avanti ho sviluppato una mia personale interpretazione su come le corse in bici siano una metafora per la vita, di come i personaggi più grandi invitano i più giovani a guardare avanti, a correre, e crescere e come queste indicazioni non valgono solo per l'imminente gara e per la bici ma appunto per la vita, per le difficoltà che ti trovi a dover affrontare quotidianamente. L'unica via è pedalare avanti, anche se la strada si fa ripida. Poi se cantate la sigla di Hime Hime come il nostro Onoda farete meno fatica (ehm, lo dico per esperienza personale...)...Peccato che non c'è in italiano e non uscirà mai, ma è una serie fantastica ed emozionante e io la consiglio per chi ama i manga sportivi e i messaggi positivi che essi trasmettono.