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lunedì 22 giugno 2015

Autori Emergenti #10: Giovanna Errore



Diamo spazio ad autori italiani sia che sono autopubblicati, o hanno pubblicato con piccole, medie o pure grandi case editrici, dimostrando che anche in Italia ci sono dei talenti: basta scoprirli!

Buongiorno lettori!

Ritorna la rubrica Autori Emergenti e in questa puntata vi presento un romanzo perfetto per chi ama la moda e magari vorrebbe scoprire qualche retroscena di questo mondo, curiosità e storie che vi incuriosiranno e vi faranno scoprire un altro lato di questo mondo. Giovanna Errore vi vuole accompagnare in questo viaggio e quindi preparatevi a percorrerlo ;)



Titolo: Voguebolario Le parole della moda 
Autore: Giovanna Errore 
Casa editrice: Youprint 
Data di uscita: 4 febbraio 2015 
Prezzo: 1,99 (Ebook) 
Pagine: 164
Potete acquistarlo qui, ma anche ordinarlo nelle librerie fisiche 



Chi sono stati i più grandi maestri del drappeggio nella storia? Che lavoro fa il fashion stylist? Perché la giacca Chanel ha assunto un ruolo così centrale nei nostri guardaroba? Chi sono state le prime donne ad indossare le zeppe? Cosa vuol dire colour blocking? Quali sono le borse di culto che tutte le donne amano e desiderano? Chi ha inventato le paillettes? Attraverso più di 70 temi, questo piccolo volume cerca di rispondere a queste e tante altre domande, studiando con leggerezza e curiosità la storia della moda, i suoi riferimenti culturali e artistici, i suoi più grandi protagonisti e i messaggi che si celano dietro ogni capo o accessorio.




Giovanna Errore (Agrigento, 17/03/1992). Laureata in Mediazione Linguistica all’Università di Palermo e in procinto di frequentare un master in Comunicazione e Giornalismo di Moda a Roma presso Eidos Communication. Da luglio 2013 gestisce il blog Sbrilla, in cui racconta di moda e creatività con un occhio di riguardo verso stilisti e designer emergenti. Ha pubblicato un reportage su Cosmopolitan Italia (febbraio 2014) e due articoli su Vogue.it (agosto e dicembre 2014). Appassionata di lingue, viaggi, scrittura, moda, giornalismo, letteratura, al momento collabora con la rivista italiana Switch Magazine e con quella londinese The Avant Magazine, dove parla di moda, architettura e design, lifestyle; inoltre sta lavorando ad un altro articolo su Vogue.


Seguite Giovanna su FacebookTwitterInstagram, sul suo blog Sbrilla e scrivetele all'indirizzo mail sbirillablog@libero.it



Capita raramente che una stilista crei un oggetto di culto, capace di attraversare i decenni con continue rivisitazioni ma rimanendo sempre fedele a sé stesso e sempre simbolo della maison da cui proviene, indossato da donne di qualsiasi età, mestiere ed estrazione sociale senza mai perdere il suo appeal. Capita ancor meno spesso se la stilista in questione è di ritorno da un periodo buio, ha 71 anni, accuse di filo-nazismo che le pendono sul collo. Capita, in effetti, solo se la stilista in questione è Mademoiselle Coco Chanel. È il 1954, nel pieno del decennio d’oro di Dior e del suo new look fatto di volumi, ruches, balze, decorazioni. Coco, al secolo Gabrielle, ha chiuso il suo atelier durante la Guerra, le voci e i pettegolezzi su di lei non le danno tregua e l’età avanzata favorisce un allure del tutto negativo intorno al suo ritorno sulle scene. Ma una donna come lei, fautrice delle più grandi rivoluzioni nel mondo della moda, non può lasciarsi abbattere e così inventa il capo-icona. L’ispirazione giunge improvvisa durante un soggiorno a Salisburgo, osservando le divise dei camerieri. Portano giacche semplici e dritte, senza revers e dalla linea essenziale. Un modo perfetto per coniugare praticità ed eleganza. E ancora una volta, come è accaduto per il tweed ed il jersey (i tessuti preferiti di mademoiselle) dall’abbigliamento maschile arriva l’idea per una rivoluzione femminile: la petite veste, meglio conosciuta appunto come giacca Chanel.



Che ne pensate di questo romanzo? Pensate di leggerlo?? Fatemelo sapere nei commenti ;)


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