Buongiorno lettori!
Come vi avevo anticipato durante il Bookcity Milano ho partecipato a 2 incontri nei quali ho potuto conoscere e intervistare due bravissime scrittrici!
In questo post leggerete quella di Mary Kubica, l'autrice di Una brava ragazza e La sconosciuta, uscito a metà ottobre per HarperCollins Italia che ha organizzato un evento aperto al pubblico molto interessante e poi un delizioso Lunch con l'autrice nel quale poi c'è stato uno spazio interviste.
Nel post precedente potete leggere la ma intervista con Julie Kagawa ma se siete curiosi di scoprire qualcosa su Mary Kubica continuate la lettura di questo post ;)
"Io ti conosco!" Questo è quello che Mary Kubica esclama rivolta a me, che sono la terzultima della fila di lettrici con in mano le copie del suo romanzo, La sconosciuta. Due giorni prima avevo postato una foto su Twitter e l'avevo taggata; mi aveva scritto che ci saremmo viste presto e io le ho risposto che non vedevo l'ora di incontrarla. È stata davvero una sorpresa per me il fatto che mi avesse riconosciuto!
"Io ti conosco!" Questo è quello che Mary Kubica esclama rivolta a me, che sono la terzultima della fila di lettrici con in mano le copie del suo romanzo, La sconosciuta. Due giorni prima avevo postato una foto su Twitter e l'avevo taggata; mi aveva scritto che ci saremmo viste presto e io le ho risposto che non vedevo l'ora di incontrarla. È stata davvero una sorpresa per me il fatto che mi avesse riconosciuto!
Mary Kubica è davvero carina. Leggendo i suoi libri, ci si immagina di incontrare una potenziale serial killer, invece lei é un persona normale, una madre che faceva l'insegnante prima di dedicarsi ai suoi figli e alla scrittura, che le piacciono cose normali come gli animali e il giardinaggio, e che si dedica alla scrittura la mattina presto e durante la giornata, quando i figli sono a scuola; ascolta i suoi personaggi e la storia che loro le raccontano,e, quando finisce una storia, deve piangere per qualche tempo e allontanarsi piano piano dai suoi personaggi prima di ritornare a scrivere nuove storie. Una persona davvero gentile e simpatica, che dice centinai di volte grazie (anche in italiano) e sorride sempre.
All'incontro c'è stato un pubblico non numeroso ma molto attento; la discussione moderata dalla bravissima Alessandra Viero è stata interessante e ha toccato molti punti, coinvolgendo tutti gli ospiti. Anche il gruppo di blogger presenti era piccolo ma partecipe e mi ha dato modo di fare nuove amicizie, in particolare quella con Eliana, collaboratrice di La Fenice Book, e poi ho incontrato la famosa Roberta, alias Regin La Radiosa.
Al locale dell'incontro con i blogger siamo pochi ma buoni; al mio tavolo c'è un bel gruppo che oserei definire affiatato: parliamo di temi affrontati durante l'incontro, legati al thriller e alla cronaca nera, alla scrittura, dei nostri lavori e delle nostre origini; e tra un Campari e un bicchiere d'acqua, tra un oliva e una tartina arriva il mio turno di intervistare Mary Kubica, seduta a qualche tavolo di distanza dal mio, che ha avuto giusto il tempo di bere qualcosa e sgranocchiare una tartina e ha iniziato a fare un' intervista dopo l'altra.
Mi siedo, ci salutiamo come se fossimo vecchie amiche e dopo qualche parola siamo pronte per cominciare l'intervista.
M: Ad essere sincera non ho terminato la lettura di La sconosciuta, mi mancano ancora 80 pagine, ma fino al punto in cui sono arrivata mi è molto piaciuto, soprattutto il fatto che si intersecano tre diversi punti di vista, quello di Heidi, Chris e Willow, e ci siano anche molti salti temporali, vediamo il presente e il passato e intravediamo qualcosa del futuro dei protagonisti della vicenda... Come sei arrivata a scrivere questo romanzo che ha una struttura alquanto complessa?
All'incontro c'è stato un pubblico non numeroso ma molto attento; la discussione moderata dalla bravissima Alessandra Viero è stata interessante e ha toccato molti punti, coinvolgendo tutti gli ospiti. Anche il gruppo di blogger presenti era piccolo ma partecipe e mi ha dato modo di fare nuove amicizie, in particolare quella con Eliana, collaboratrice di La Fenice Book, e poi ho incontrato la famosa Roberta, alias Regin La Radiosa.
Al locale dell'incontro con i blogger siamo pochi ma buoni; al mio tavolo c'è un bel gruppo che oserei definire affiatato: parliamo di temi affrontati durante l'incontro, legati al thriller e alla cronaca nera, alla scrittura, dei nostri lavori e delle nostre origini; e tra un Campari e un bicchiere d'acqua, tra un oliva e una tartina arriva il mio turno di intervistare Mary Kubica, seduta a qualche tavolo di distanza dal mio, che ha avuto giusto il tempo di bere qualcosa e sgranocchiare una tartina e ha iniziato a fare un' intervista dopo l'altra.
Mi siedo, ci salutiamo come se fossimo vecchie amiche e dopo qualche parola siamo pronte per cominciare l'intervista.
Marianna: Grazie per questa intervista! Iniziamo con una domanda semplice: chi è Mary Kubica?
Mary Kubica: Semplice! Mary Kubica è una madre innanzitutto, i miei figli vengono sempre prima di tutto; prima insegnavo storia al liceo. Scrivere per me è sempre stato un hobby, una cosa che mi appassionava molto, ma anche quando ero più giovane non mi sono mai detta: "Diventerò una scrittrice!". (Ride) Come ho detto insegnavo a scuola, poi mi sono sposata, ho avuto dei figli e in seguito ho deciso di concentrami un po' su di me e quindi ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo. Ho delle passioni normali, come il giardinaggio e la fotografia; amo molto gli animali e niente: sono una persona normale! (Ride)
M: Ad essere sincera non ho terminato la lettura di La sconosciuta, mi mancano ancora 80 pagine, ma fino al punto in cui sono arrivata mi è molto piaciuto, soprattutto il fatto che si intersecano tre diversi punti di vista, quello di Heidi, Chris e Willow, e ci siano anche molti salti temporali, vediamo il presente e il passato e intravediamo qualcosa del futuro dei protagonisti della vicenda... Come sei arrivata a scrivere questo romanzo che ha una struttura alquanto complessa?
M K: Quando ho iniziato a scrivere il romanzo pensavo che avrei articolato la storia con solo il punto di vista di Heidi e Chris, pensavo che loro stessi avrebbero scoperto la storia della vita di Willow attraverso il suo personaggio senza che lo raccontasse direttamente lei; quindi ho cercato di alternato i capitoli con scene ed eventi solo dal punto di vista di Heidi e Chris. Poi mi sono resa conto che sarebbe stato molto più personale se Willow avesse raccontato da sé la propria storia, e questo sarebbe stato più sentito e più vicino al lettore. Di conseguenza ho messo da parte Heidi e Chris, mi sono messa a scrivere tutta la storia di Willow per poi ritornare nuovamente a Heidi e Chris.
M: Credo che uno dei temi fondamentali del romanzo sia la maternità. La protagonista Heidi avrebbe voluto avere più figli ma non è riuscita, e ha una sola figlia, Zoe. Insieme a Willow arriva la figlia della ragazza, Ruby, che è la figlia che Heidi non ha mai avuto.Visto che lei è una donna moderna ma come madre è diciamo vecchio stile, è molto possessiva, molto attenta ai bisogni dei bambini, da dove hai preso l'ispirazione per il suo personaggio? Hai messo in lei qualcosa della tua esperienza di madre?
M K: Io sono naturalmente madre e credo che noi donne spesso, fin dall'infanzia, ci facciamo delle aspettative riguardo alla maternità e come sarà; e quando arriva il momento in cui si hanno dei figli ci sono molte differenze rispetto a quello che si immaginavano; nella realtà la vita non è perfetta e ci sono sempre delle pieghe che entrano in gioco e succede qualcosa di diverso ed inaspettato. In questo caso c'è un problema del quale ultimamente si sente parlare sempre più spesso, l'infertilità, l'impossibilità di avere un altro figlio. Heidi è l' esempio di una donna che vuole qualcosa che non può avere, ha un obbiettivo che non può raggiungere, lotta tra l'essere madre e l'avere una carriera. Pur avendo una figlia, ma quest'esperienza non è come si aspettava che fosse e a questo punto entra nella sua vita quest'altra bambina e da lì parte tutto...
M: Un altro tema è l'adozione, visto che Willow viene affidata ad una famiglia che è problematica e subisce degli abusi, e anche la povertà, poiché lei è una ragazza senzatetto e Heidi si occupa di persone povere. Chicago, la città dove tu vivi e nel quale si svolge la storia, ha un alto tasso di povertà. Credi che sia un problema importante e che magari giornalisti e scrittori dovrebbero parlane maggiormente?
M K: Si, penso che siano temi molto importanti che devono essere portati all'attenzione del pubblico. Willow è il classico esempio di una bambina che è sfuggita al sistema che solitamente funziona bene, che controlla tutto; lei non è stata abbastanza seguita e anzi è stata trascurata; lei era in questa situazione di abusi che è andata avanti per anni e la sua vera situazione era ignota purtroppo a tutti gli altri. E' una questione molto importante e il sistema deve conoscere queste situazioni ma anche la gente comune, in modo tale che si tengano gli occhi ben aperti su tutto quello che succede, poiché coinvolgono i bambini. E hai ragion:, anche i senzatetto sono un grave problema;specialmente a Chicago non capita di camminare per strada per più di due quartieri senza vedere un senzatetto. Credo che sia un argomento davvero importante e che il governo deve assolutamente sapere di questo problema e trovare delle alternative e delle soluzioni che aiutino queste persone che hanno bisogno. Non solo il governo però: anche le persone normali possono fare qualcosa, quantomeno dal punto di vista finanziario.
M: La sconosciuta è il tuo secondo romanzo ed è un thriller; anche Una brava ragazza, il tuo primo romanzo, è un thriller. Ci sono molte donne che scrivono thriller anche se forse specialmente nel passato era un genere prevalentemente maschile. Come ti sei trovata in questo mondo di scrittori e scrittrici di thriller?
M K: Sono d'accordo sul fatto che ci sono sempre più scrittrici di thriller; la maggior parte degli scrittori con cui sono in contatto sono donne. C'è stato un grosso passaggio, un cambiamento: prima erano tutti scrittori uomini ma adesso ci sono molte più autrici, sopratutto per quanto riguarda il domestic thriller, il thriller domestico, come Paula Hopkins, Gillian Flynn e tante altre che stanno avendo un ruolo sempre più importante e sono anche fonte di ispirazione per me.
M: Pensi mai che un giorno scriverai qualcosa di diverso dal thriller, proverai a scrivere un altro genere?
M K: Mi piace la storia e credo che sarebbe bello scrivere un romanzo storico, visto il mio background di insegnante di storia, però anche lì aggiungerei un po' di thriller, un po' di suspence, twist inaspettati... Mischierei i due generi insomma!
M: Ultima domanda: questa è la tua prima volta in Italia, e come è stata?
M K: Mi piacerebbe fermarmi per più tempo, ed esplorare un po', ma non posso! Ma è stato bellissimo, davvero!
M: Forse per il prossimo romanzo, al prossimo Book Tour?
M K: Mi piacerebbe tantissimo!
M: Credo che uno dei temi fondamentali del romanzo sia la maternità. La protagonista Heidi avrebbe voluto avere più figli ma non è riuscita, e ha una sola figlia, Zoe. Insieme a Willow arriva la figlia della ragazza, Ruby, che è la figlia che Heidi non ha mai avuto.Visto che lei è una donna moderna ma come madre è diciamo vecchio stile, è molto possessiva, molto attenta ai bisogni dei bambini, da dove hai preso l'ispirazione per il suo personaggio? Hai messo in lei qualcosa della tua esperienza di madre?
M K: Io sono naturalmente madre e credo che noi donne spesso, fin dall'infanzia, ci facciamo delle aspettative riguardo alla maternità e come sarà; e quando arriva il momento in cui si hanno dei figli ci sono molte differenze rispetto a quello che si immaginavano; nella realtà la vita non è perfetta e ci sono sempre delle pieghe che entrano in gioco e succede qualcosa di diverso ed inaspettato. In questo caso c'è un problema del quale ultimamente si sente parlare sempre più spesso, l'infertilità, l'impossibilità di avere un altro figlio. Heidi è l' esempio di una donna che vuole qualcosa che non può avere, ha un obbiettivo che non può raggiungere, lotta tra l'essere madre e l'avere una carriera. Pur avendo una figlia, ma quest'esperienza non è come si aspettava che fosse e a questo punto entra nella sua vita quest'altra bambina e da lì parte tutto...
M: Un altro tema è l'adozione, visto che Willow viene affidata ad una famiglia che è problematica e subisce degli abusi, e anche la povertà, poiché lei è una ragazza senzatetto e Heidi si occupa di persone povere. Chicago, la città dove tu vivi e nel quale si svolge la storia, ha un alto tasso di povertà. Credi che sia un problema importante e che magari giornalisti e scrittori dovrebbero parlane maggiormente?
M K: Si, penso che siano temi molto importanti che devono essere portati all'attenzione del pubblico. Willow è il classico esempio di una bambina che è sfuggita al sistema che solitamente funziona bene, che controlla tutto; lei non è stata abbastanza seguita e anzi è stata trascurata; lei era in questa situazione di abusi che è andata avanti per anni e la sua vera situazione era ignota purtroppo a tutti gli altri. E' una questione molto importante e il sistema deve conoscere queste situazioni ma anche la gente comune, in modo tale che si tengano gli occhi ben aperti su tutto quello che succede, poiché coinvolgono i bambini. E hai ragion:, anche i senzatetto sono un grave problema;specialmente a Chicago non capita di camminare per strada per più di due quartieri senza vedere un senzatetto. Credo che sia un argomento davvero importante e che il governo deve assolutamente sapere di questo problema e trovare delle alternative e delle soluzioni che aiutino queste persone che hanno bisogno. Non solo il governo però: anche le persone normali possono fare qualcosa, quantomeno dal punto di vista finanziario.
M: La sconosciuta è il tuo secondo romanzo ed è un thriller; anche Una brava ragazza, il tuo primo romanzo, è un thriller. Ci sono molte donne che scrivono thriller anche se forse specialmente nel passato era un genere prevalentemente maschile. Come ti sei trovata in questo mondo di scrittori e scrittrici di thriller?
M K: Sono d'accordo sul fatto che ci sono sempre più scrittrici di thriller; la maggior parte degli scrittori con cui sono in contatto sono donne. C'è stato un grosso passaggio, un cambiamento: prima erano tutti scrittori uomini ma adesso ci sono molte più autrici, sopratutto per quanto riguarda il domestic thriller, il thriller domestico, come Paula Hopkins, Gillian Flynn e tante altre che stanno avendo un ruolo sempre più importante e sono anche fonte di ispirazione per me.
M: Pensi mai che un giorno scriverai qualcosa di diverso dal thriller, proverai a scrivere un altro genere?
M K: Mi piace la storia e credo che sarebbe bello scrivere un romanzo storico, visto il mio background di insegnante di storia, però anche lì aggiungerei un po' di thriller, un po' di suspence, twist inaspettati... Mischierei i due generi insomma!
M: Ultima domanda: questa è la tua prima volta in Italia, e come è stata?
M K: Mi piacerebbe fermarmi per più tempo, ed esplorare un po', ma non posso! Ma è stato bellissimo, davvero!
M: Forse per il prossimo romanzo, al prossimo Book Tour?
M K: Mi piacerebbe tantissimo!
Che altro aggiungere se non che per me, e non solo, sarebbe un vero piacere incontrare di nuovo una persona davvero carina e gentile come Mary Kubica? E se siete suoi fan preparatevi al suo prossimo romanzo, in uscita nel 2016 ;)
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