Carissimi lettori, qui è Giò che vi parla!
Ho avuto la fortuna di poter intervistare via skype, in occasione dell'uscita del suo nuovo romanzo Quello che ancora non sai di me edito dalla casa editrice Giunti, la bravissima scrittrice Virginia Bramati. Colgo l'occasione per ringraziarla ancora una volta per aver risposto pazientemente alle mie domande. Abbiamo parlato del nuovo libro e leggendo questa intervista conoscerete aneddoti sui nuovi personaggi, come sono nati Caterina, Luca, i due protagonisti della storia, conoscerete anche la parrucchiera Carla a cui sono particolarmente legata... Sarà proprio lei a tirare le fila della storia, ma non solo... Avremo modo anche di scoprire i progetti futuri di Virginia e se tornerà a scrivere di Verate... Insomma non vi resta che leggere oltre!
Giò: Ciao Virginia e grazie per questa intervista! Allora, parlaci di come è nato il tuo nuovo romanzo, Quello che ancora non sai di me!
Virginia Bramati: Ho sempre profondamente creduto che i capelli siano la cornice di ognuno di noi, che se hai un buon taglio ed un bel colore di capelli e un po di trucco, puoi anche vestirti con capi non particolarmente costosi che comunque risulterai e valorizzerai qualsiasi capo tu indossi. Al contrario se avessimo una testa in disordine, un taglio mal tenuto o un colore di capelli pessimo, ecco potremmo vestire anche un capo di Armani che chiunque lo farebbe sfiguarare. Ecco considero importantissimo prendersi cura di noi stessi, dai capelli al viso, al nostro corpo, alla cura di noi stessi: non bisogna mai trascurarsi e considero i capelli un elemento importante da sempre! La storia è nata da un invito ad una presentazione in un paese vicino al lago di Garda. L'invito era da parte di una libraria ove mi diceva che con il suo gruppo di lettura si riunivano in un negozio di parrucchieri. Inizialmente devo dire che ero un po' stranita dal luogo ove sarebbe avvenuta la presentazione, poi devo dire, invece, che è stato bellissimo, a partire dal negozio davvero molto bello, all'interno del quale si trova una vera e propria libreria dove la titolare del negozio scambia con i propri clienti libri e consigli di lettura. Quando ho incontrato la mia editor Giulia Ichino in Giunti le ho raccontato di questa presentazione bellissima e molto particolare ed è proprio da qui che è nata l'idea. Mi piaceva prendere spunto, come spesso accade nei miei libri, da questa libraria, questa parrucchiera che consiglia libri, scambia opinioni con le sue clienti e come succede spessissimo questa realtà mi ha ispirato nella scrittura che è quella che poi cerco di mettere ogni volta nei miei romanzi.
G: Ricollegandomi alla tua risposta è assolutamente vero che le tue storie e i tuoi personaggi noi lettori li percepiamo come persone reali, che davvero nella vita reale potremmo conoscere, o che potremmo vivere le medesime storie; ci ritroviamo in quello che leggiamo come se fosse nostro. Svelaci il segreto di come riesci a fare tutto ciò!
VB: Già dal mio primo libro ho sempre voluto raccontare storie di ragazze, ragazze dei giorni d'oggi, con la loro parte di verità che ci accompagna e accomuna nella vita reale. A parte il secondo libro che ho scritto Meno cinque alla felicità che ha una componente favolistica, tutti gli altri libri sono stati un percorso verso questo maggiore realismo. Mi sono spostata verso storie che si calassero di più nella realtà descrivendo sentimenti che si avvicinano più possibile alla vita di ognuno di noi e volendo sempre rappresentare storie di ragazze.
G: Tratti tematiche importanti nei tuoi libri. In questo nuovo romanzo troviamo una casa famiglia per ragazzi abbandonati o fuggiti da casa per la violenza subita proprio da chi invece dovrebbe proteggerli. Non è una tematica semplice di cui parlare quindi come sei riuscita a raccontarlo nel libro?
VB: Sì, come dico sempre, tratto queste tematiche con la leggerezza del caso, non essendo in posizione da poter scendere troppo nei dettagli o prendere posizioni in merito. Per quello ci sono persone competenti che lo fanno di lavoro, come psicologi, assistenti sociali e via discorrendo. Ho semplicemente raccontato quello che per me dovrebbe essere una casa famiglia e le ragioni che portano i ragazzi in questi luoghi. Mi piace molto il pensiero di Luca, il personaggio maschile della storia e responsabile della casa famiglia per ragazzi, che lui condivide con Caterina, personaggio femminile ed insegnante di scuola superiore. Per i ragazzi, per loro, come adulti, siano delle guide e degli esempi da poter seguire, sono la porta sul futuro per questi ragazzi...
VB: Sì, come dico sempre, tratto queste tematiche con la leggerezza del caso, non essendo in posizione da poter scendere troppo nei dettagli o prendere posizioni in merito. Per quello ci sono persone competenti che lo fanno di lavoro, come psicologi, assistenti sociali e via discorrendo. Ho semplicemente raccontato quello che per me dovrebbe essere una casa famiglia e le ragioni che portano i ragazzi in questi luoghi. Mi piace molto il pensiero di Luca, il personaggio maschile della storia e responsabile della casa famiglia per ragazzi, che lui condivide con Caterina, personaggio femminile ed insegnante di scuola superiore. Per i ragazzi, per loro, come adulti, siano delle guide e degli esempi da poter seguire, sono la porta sul futuro per questi ragazzi...
G: Virginia c'è qualcosa che vorresti che noi lettori percepissimo leggendo questo libro?
VB: Sicuramente il fatto che bisogna guardarsi intorno, un po' come la protagonista del libro Caterina, che ad un punto sente questa esigenza. Non ha ragione di scappare dal luogo dove si trova, dalla sua terra quella della Calabria, dai suoi affetti, dal fidanzato Francesco, dal lavoro d'insegnante che lei tanto ama. Ma, ad un certo punto, sente questa necessità di mollare tutto per andare a lavorare al nord in una scuola professionale e non in un liceo classico, ma non le basta e decide di stravolgere completamente la sua vita ed proprio quello, il bisogno di ascoltarsi. E' importantissimo per ognuno di noi il saperlo fare, la vita è anche mettersi in gioco.
VB: Sicuramente il fatto che bisogna guardarsi intorno, un po' come la protagonista del libro Caterina, che ad un punto sente questa esigenza. Non ha ragione di scappare dal luogo dove si trova, dalla sua terra quella della Calabria, dai suoi affetti, dal fidanzato Francesco, dal lavoro d'insegnante che lei tanto ama. Ma, ad un certo punto, sente questa necessità di mollare tutto per andare a lavorare al nord in una scuola professionale e non in un liceo classico, ma non le basta e decide di stravolgere completamente la sua vita ed proprio quello, il bisogno di ascoltarsi. E' importantissimo per ognuno di noi il saperlo fare, la vita è anche mettersi in gioco.
G: Parlaci dei personaggi Virginia: come sono arrivati a te? Ed il povero Francesco che cosa ti ha fatto per essere mollato così da Caterina?
VB: Povero Francesco! Lui così bello, alto, biondo, con sani principi, un ottimo lavoro nella farmacia di famiglia... Ma con lui non sono stata poi così cattiva. Come poi si leggerà nella storia gli ho dato il giusto riscatto alla fine perché da bravo calabrese non lascerà andar via Caterina tanto facilmente... Per quanto riguarda i personaggi, ecco loro vivono di vita propria. Mi è un po difficile dire come sono nati. Il fidanzato calabrese mi divertiva farlo proprio così, un bravo ragazzo, serio, con una buona posizione. L'assistente sociale Piera Mandelli io la vedevo proprio così, austera, con il vocione, sempre l'ultima parola a suo favore. Mi sono divertita un sacco a scrivere i dialoghi tra lei e Luca. E il povero Luca non può far altro che accontentarla in tutte le rocambolesche richieste da parte sua, come quando secondo lei ai ragazzi farebbe bene avere un cane da guardia nella struttura... Arriverà quindi Ottone e non sarà un cucciolo qualunque... (Qui se la ride la nostra Virginia ). Poi c'è Carla la parrucchiera che muoverà tutti gli ingranaggi della storia e che sarà la principale sostenitrice della storia tra Caterina e Luca.
G: Quando inizi a scrivere una storia come ti si presenta? Hai un idea chiara da cui partire, dove arrivare o la storia si sviluppa mentre la scrivi?
VB: Nel primo libro ho scritto l'inizio e la fine nello stesso momento, mi piaceva così. Invece in questo nuovo libro avevo già presente più o meno il finale; i personaggi si propongono a noi scrittori e tu pensi a cosa direbbe lei qui o lui e va avanti così. Sono loro che ti parlano, non sei tu scrittore ad importi. Dal momento che hai nella testa questi personaggi automaticamente si crea questo mondo e la storia sta tutta li dentro; ci sono sensazioni, emozioni, caratteristiche dei personaggi, hai l'idea di come vuoi il tuo personaggio maschile o femminile ed è intorno a tutto questo si uniscono le situazioni e la storia prende vita man mano...
G: Virginia, c'è stato un personaggio nella storia che ti ha dato del filo da torcere mentre scrivevi?
VB: Filo da torcere direi assolutamente Carla, è il personaggio che mi ha impegnato di più. Se si considera che è un po il terzo incomodo, c'è la storia d'amore e poi c'e lei che interviene e bisogna fare in modo che le tre voci non diventassero lo stesso episodio raccontato da tre persone, ma che ognuno portasse altro della stessa situazione che si ripete per tutti e tre. Doveva davvero essere lo sguardo diverso che portava qualcosa di più al libro. Se per due che si innamorano è facile, per chi vede da fuori e osserva si deve muovere in maniera corretta e non è così facile. E' il mio primo personaggio fuori dal teatrino che mi ero creata e che continuava che aveva il suo perché, ma Carla è completamente diversa, lei è il personaggio a cui ho dedicato l'inizio del libro, un inizio particolare in cui, per la prima volta, non è stato cambiato niente di lei come a volte è successo con altri personaggi. Penso che Carla possa stare in qualsiasi libro ecco.
VB: Nel primo libro ho scritto l'inizio e la fine nello stesso momento, mi piaceva così. Invece in questo nuovo libro avevo già presente più o meno il finale; i personaggi si propongono a noi scrittori e tu pensi a cosa direbbe lei qui o lui e va avanti così. Sono loro che ti parlano, non sei tu scrittore ad importi. Dal momento che hai nella testa questi personaggi automaticamente si crea questo mondo e la storia sta tutta li dentro; ci sono sensazioni, emozioni, caratteristiche dei personaggi, hai l'idea di come vuoi il tuo personaggio maschile o femminile ed è intorno a tutto questo si uniscono le situazioni e la storia prende vita man mano...
G: Virginia, c'è stato un personaggio nella storia che ti ha dato del filo da torcere mentre scrivevi?
VB: Filo da torcere direi assolutamente Carla, è il personaggio che mi ha impegnato di più. Se si considera che è un po il terzo incomodo, c'è la storia d'amore e poi c'e lei che interviene e bisogna fare in modo che le tre voci non diventassero lo stesso episodio raccontato da tre persone, ma che ognuno portasse altro della stessa situazione che si ripete per tutti e tre. Doveva davvero essere lo sguardo diverso che portava qualcosa di più al libro. Se per due che si innamorano è facile, per chi vede da fuori e osserva si deve muovere in maniera corretta e non è così facile. E' il mio primo personaggio fuori dal teatrino che mi ero creata e che continuava che aveva il suo perché, ma Carla è completamente diversa, lei è il personaggio a cui ho dedicato l'inizio del libro, un inizio particolare in cui, per la prima volta, non è stato cambiato niente di lei come a volte è successo con altri personaggi. Penso che Carla possa stare in qualsiasi libro ecco.
G: Parlaci della copertina del libro e del titolo scelti. Io li trovo stupendi e adatti per la storia di cui hai scritto, è diventato il mio libro preferito in assoluto, è stupendo in tutto.
VB: La copertina è arrivata da Giulia Ichino e per la prima volta non c'e stata alcuna discussione a differenza delle copertine degli ultimi due romanzi per i quali ho lottato fino alla fine perché proprio non mi piacevano; così come il titolo non rendeva giustizia, non mi riconoscevo molto, ne per quanto riguardava il titolo, ne per le copertine. Invece questa è una copertina bellissima, il titolo mi piace tantissimo, sono davvero molto soddisfatta; è stata bravissima Giulia!
G: Virginia, possiamo definire Quello che ancora non sai di me un libro un po' più maturo rispetto agli altri tuoi romanzi?
VB: Secondo me sì. Io ritengo come autrice di aver fatto un percorso. Rispetto ai precedenti libri ho introdotto molto di più i dolori della vita, le ombre; anche la storia d'amore che è un incontrarsi e un piacersi che io inserisco sempre, perché è una situazione che io ho vissuto e che quindi riesco a raccontare meglio. Quella chimica che si scatena subito è complementare ad una storia di vita di molte persone più o meno felici, momenti dolorosi, ma sempre rappresentato con il sorriso sulle labbra.
G: Virginia ed invece cosa ci dici riguardo a Verate? In tanti vorremmo tornare dalle ragazze di Verate!
VB: Non è stata una mia scelta quella di non tornare a Verate che sia chiaro, mi è stato chiesto di scrivere un libro dove addirittura non ci fosse la storia d'amore. E' una cosa per me impossibile: la storia d'amore per me ci deve essere, però ho dato ascolto alla casa editrice e mi sono scostata da quel di Verate ed anche il prossimo libro sarà così (sighhhhhhhh). Non ci sarà nessun contatto con Verate, come può essere per certi telefilm quando va troppo per il lungo inizia a stancare... E credo fosse arrivato il momento di lasciare Verate... Poi però chissà magari non è detto che in futuro non ci torni...
G: Come è Virginia quando scrive?
VB: Ho già rotto tre computer! Io scrivo sul divano con il computer sulle ginocchia normalmente, se è inverno davanti al camino, con il fuoco acceso se fa freddo, e scrivo sempre, sopratutto il sabato e la domenica. Scrivo con gioia, scrivere per me è solo piacere, non c'è mai il momento della pagina bianca o del blocco dello scrittore. Magari rileggo e cambio, ma non c'è mai un blocco per quanto mi riguarda e credo di poter dire che se non scrivessi così non scriverei proprio visto che ho già un lavoro, casa e famiglia da seguire: ci mancherebbe solo che anche lo scrivere fosse una fatica per me! E' il mio hobby piacevole che mi rende davvero felice e spero che questo si capisca nelle storie che scrivo e che il lettore lo percepisca.
G: Parlaci dei genitori di Caterina; a me hanno davvero fatto tantissima tenerezza.
VB: Il papà di Caterina è un mastro di forbici, il tutto nasce nel giorno in cui parlando con un mio collega ingegnere informatico, che lavora con noi, ho chiesto che lavoro svolgesse il suo papà e mi dice il mastro di forbici, per me un mestiere magico. Allora mi son detta: "Ecco lui sarà uno dei prossimi personaggi del mio libri!". Mi ha raccontato della loro terra d'origine della Calabria, delle sue tradizioni, ed ecco che ho potuto scrivere il personaggio che è il papà di Caterina.
G: Virginia, secondo me dai il giusto valore anche all'ambientazione che hai scelto e che scegli per le tue storie, scegli l'Italia a differenza di molte tue colleghe che scelgono di ambientare i loro racconti fuori dai nostri confini: cosa ne pensi?
VB: Ci sono cose meravigliose qui in Italia! Il libro è un insieme di molti dettagli, e i dettagli devono essere il più sfaccettati possibile secondo me: sono loro che fanno il libro, sono loro che incorniciano quella che è la storia che va a svilupparsi. Senza dettagli, senza ricchezza e dettagli che abbiano senso il libro crollerebbe
G: Come nascono i nomi dei personaggi nei tuoi libri?
VB: E' una ricerca complicata: devono piacermi, devono essere nomi che mi prendono; è una ricerca accurata, uso i nomi che sono più in uso della zona in cui scelgo di ambientare la storia, non si tratta solo di usare nomi che mi piacciono, ma c'è anche questo tipo di ricerca.
G: Progetti futuri: cosa ci aspetta Virginia?
VB: Stiamo studiando la storia di questo nuovo libro che sarà ambientato a Venezia. Sarà la storia di un giardino, un giardino che passa di mano in mano e si arricchisce di cose ed e' ambientato alla fine dell'Ottocento per poi arrivare ai giorni nostri. A tenere insieme tutto, se volgiamo metterla così, sarà una ragazza chiamata ad occuparsi dell'azienda di famiglia proprio a Venezia e che si troverà a scontrarsi con il ragazzo che ha una quota dell'azienda, ragazzo con cui lei è cresciuta, dal quale, per svariati motivi, si è allontanata e ora ha i due si ritrovano, ma in posizioni diverse... Il titolo dovrebbe essere "Il giardino delle sette stagioni" anche se sette mi sembrano un po' troppi, sto contrattando con Giulia di farli scendere a cinque...
Ed eccoci alla fine di questa bellissima e divertentissima intervista! Mi sarebbe piaciuto farvi ascoltare la registrazione e le risate che Virginia mi strappa sempre: lei è così, un vulcano di idee, bravura, simpatia, tutto concentrato in un unica persona. Io non vedo l' ora di leggere il suo prossimo libro. Per me le sue storie sono diventate il mio porto sicuro: quello che cerco in un libro so di ritrovarlo nelle sue bellissime e toccanti storie... Grazie Virginia è stato fantastico per me intervistarti!
Ora cari lettori a voi non resta che correre a leggere Quello che ancora non sai di me, una storia bellissima che tocca il cuore del lettore!
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