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lunedì 8 febbraio 2016

Intervista a Edy Tassi

Buongiorno lettori!

È da un po' che volevo pubblicare questa intervista ma prima io poi la simpaticissima Edy Tassi siamo state impegnate e quindi abbiamo rimandato per qualche mese ^_^'

Questo non vuol dire che l'intervista non sia bella e anzi, spero che vi aiuti a conoscere meglio una bravissima autrice italiana!

Come ho già detto nella mia recensione, il romanzo d'esordio di Edy Tassi, Ballando con il fuoco, è stata una bella sorpresa; è stata inoltre una delle prime recensioni che ho pubblicato e in quel periodo ero un po' giù perché le mie aspettative sul blog non erano soddisfacenti e Edy è stata davvero gentile, mi ha aiutato a tirarmi su di morale e andare avanti. Conoscerla di persona ha confermato quello che avevo già intuito nelle nostre chat: una persona allegra, divertente e gentile, che ama la lettura, lo scrivere e che ha sempre un sorriso per tutti. Per me è sempre un piacere incontrarla e parlarci insieme anche per poco. Abbiamo discusso anche se in breve di vari argomenti, di persona e tramite lo schermo del computer, ma dopo un po' ho preparato alcune domande, quelle che leggerete in questa intervista e spero vi incuriosiscano, vi interessino e vi facciano apprezzare e/o conoscere questa bravissima autrice italiana, sia che già abbiate letto uno dei suoi romanzi o no ;)




Marianna: Ciao Edy e benvenuta su Bookmarks are Reader's Best Friends!

Edy: Ciao Marianna, grazie di avermi invitata nel tuo blog e bentrovate a tutte le tue amiche lettrici!

M: Innanzitutto congratulazioni per l'uscita di Effetto Domino, il tuo secondo romanzo! La trama l'abbiamo già letta ma che ne dici di dirci a parole tue qualcosa sul romanzo?

E: Effetto Domino è un romanzo sfaccettato, che contiene diversi livelli di lettura. C’è l’aspetto romantico, l’aspetto erotico e l’aspetto suspense. Ho cercato di fondere questi tre elementi in modo che formassero una trama armoniosa. I protagonisti, Marco e Gloria, condividono una passione carica di sensualità, si trovano a sperimentare sentimenti imprevisti e devono affrontare rivelazioni delle quali erano completamente all’oscuro.

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di Ballando con il fuoco!
M: Il tuo primo romanzo, Ballando con il fuoco, è ambientato a Londra, mentre Effetto domino in Italia, più specificatamente sul lago di Como, dove tu vivi; perché questa scelta?

E: Il lago di Como è un'ambientazione romantica e famosa come molte altre ambientazioni internazionali e ho sempre pensato che fosse perfetta. Quando ho deciso di ambientare il mio secondo libro in Italia, è stato naturale farlo in un luogo che conosco bene, perché ritengo che si capisca quando le descrizioni nascono da un'esperienza diretta e quando no.

M: In Effetto domino si parla oltre che del Lago anche dell'Africa. Sono posti dove sei stata o semplicemente ti sei informata?

E: Ecco, per quanto riguarda l'Africa, mi sono soltanto documentata. Tramite libri, filmati, notizie estorte ad amici. Per esempio, mi sono affidata a un'amica che ha lavorato per un certo periodo di tempo per la Heineken in Africa, la quale mi ha messa in contatto con un ex collega che ha vissuto a Kinshasa e che mi ha spiegato il discorso dei visti ecc.

M: Parlando in generale molte autrici italiane ambientano i loro romanzi all'estero, mentre molte autrici straniere ambientano anche solo pochi capitoli nel nostro paese. Perché pensi che ci sia questo fenomeno?

E: Be', le lettrici straniere scrivono per lettrici straniere che vogliono evadere e quindi per loro evasione significa immaginare di andare in un paese che non conoscono. E l'Italia è sempre una meta dei sogni. Noi italiane siamo abituate a questa nostra Italia e spesso ci vediamo ben poco di romantico, quindi cerchiamo evasione altrove. Io credo che quando si sceglie un'ambientazione, non importa che sia "patriottica" o "esotica". L'importante è che la si sappia descrivere e sia adatta alla trama.

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di Effetto Domino!
M: Sappiamo che la danza è una delle tue passioni e si vede chiaramente in Ballando con il fuoco. In Effetto domino che aspetto di te hai voluto inserire?

E: Ce ne sono diversi. Intanto mio padre aveva l'hobby della fotografia, perciò ho voluto inserire questa cosa che ricordo di lui, perché è mancato quando ero una ragazzina. Poi, come abbiamo già detto, il lago; note autobiografiche che ho raccontato (e terminerò di raccontare) sul mio sito definendole "I segreti di Effetto Domino".

M: Come sei approdata alla scrittura di romanzi?

E: Stringendo i denti, non arrendendomi e trovando una persona che ha creduto nel mio modo di scrivere. Dopo averci provato tante volte, credo che senza quella persona, a un certo punto avrei abbandonato definitivamente, perché gli spazi per le autrici di romance, prima dell'avvento del selfpublishing, erano davvero minimi e sembrava una lotta contro i mulini a vento. Invece, lui (perché è un lui) mi ha dato fiducia e questo è stato determinante.

M: Sappiamo che sei una traduttrice, forse ancor prima di essere scrittrice. Ti piacerebbe che i tuoi romanzi fossero tradotti in un altra lingua? Ti occuperesti anche solo marginalmente della traduzione o per te sarebbe troppo strano?

E: Io ADOREREI che i miei libri venissero tradotti. Il mercato italiano è piccolissimo e poter accedere a un mercato più vasto sarebbe, come dicono in un libro delle mie figlie, strabaluccicantiloso ! Chissà che prima o poi non succeda. Ma non credo che metterei troppo il naso nella traduzione. Sarei disponibile nei confronti del traduttore per aiutarlo nei passaggi magari poco chiari, per risolvere eventuali dubbi, ma poi mi limiterei a godere del suo lavoro e a sognare milioni di copie vendute! ;-)

M: Stai lavorando a qualche altro romanzo? Possiamo avere qualche piccola anticipazione ;) ?

E: Direi che l'anticipazione più grande, in questo momento, è che ho consegnato il mio terzo romanzo proprio a inizio gennaio. Posso dirvi che è ambientato a Milano, che il protagonista maschile è soprannominato Il Collezionista, e che il colpevole è il maggiordomo, con il pugnale, in salotto. Scherzo! Ma diciamo che anche qui, come in Effetto Domino ci saranno diverse cose da scoprire, pericoli da scampare e perfino qualche passaggio... esplosivo.

M: Tu hai pubblicato con una casa editrice, è stata una scelta cercata?

Io ed Edy!

E: Pubblicando romance, la scelta di Harlequin Mondadori, ora HarperCollins Italia, era praticamente obbligata. Anche perché il selfpublishing non era ancora così diffuso e poche altre case editrici offrivano questo genere di romanzi. Ma è anche vero che nella mia testa c'è sempre stata Harlequin, a prescindere. Quindi sono stata molto contenta quando ho firmato il mio primo contratto. Era un sogno che diventava realtà per più di una ragione.

M: In questi tempi il self publish è molto importante; se non avessi pubblicato con la Harlequin Mondadori avresti intrapreso questa strada?

E: Non lo so. Adesso ammetto che mi attira, anche perché sono una persona abituata a lavorare in autonomia, ad assumermi la responsabilità delle mie scelte, quindi il selfpublishing sarebbe un modo per assecondare questa mia natura. Ma mi piace avere una casa editrice alle spalle, per avere un confronto costruttivo, per crescere. Quindi chissà, magari un giorno potrei diventare un'autrice ibrida!

M: Che consigli senti di dare a chi si vuole avvicinare alla scrittura e pubblicare un libro?

E: Da un lato, pensare sempre che si può migliorare. Che c'è sempre una scena che potrebbe essere scritta meglio, che la trama potrebbe trovare una svolta migliore, che si può sempre imparare qualcosa esaminando le autrici che ci piacciono. Insomma, non accontentarsi. E poi un consiglio pratico: prendere appunti, sempre, anche mentali. Ma non tanto sulla storia, quanto su ciò che si vede in giro, tutti i giorni. Per esempio, che aspetto hanno i giardini in questo periodo? Quali piante sono fiorite? Quali no? Quali hanno ancora le foglie? E che aspetto ha il cielo? Come cammina la gente? Guarda quel tizio seduto in fondo al bar, guarda come muove le mani, guarda come cammina, guarda la sua faccia. Magari potrebbe essere lo zio del nuovo protagonista, o un amico... Insomma prendere spunti da tutto.

M: E qualche consiglio per chi magari vuole lavorare nel campo editoriale magari come traduttore?

E: Una volta qualcuno mi ha detto che anche tradurre è un talento, ma io parlerei in modo più semplice di "sensibilità". Per tradurre, bisogna innanzitutto possedere la sensibilità che permette di entrare in un testo, capirne il registro, sentirlo. E poi bisogna studiare, leggere, affinare l'orecchio. Non basta conoscere l'inglese, avere un dizionario, un pc ed è fatta. La traduzione è una professione. Bellissima. Ma come tutte le professioni, richiede preparazione. Bisogna conoscere la propria lingua e non farsi irretire dalle lusinghe di quella da cui si traduce, perché il rischio è trasformare il testo in qualcosa che "suona" italiano, ma non lo è.




"Sono nata a Cantù, in provincia di Como, una cittadina collinare dalla quale, nei giorni tersi e ventosi si può ammirare la punta del Monte Rosa. In me però non scorre solo sangue lombardo, ma anche veneto ed emiliano. Un sangue nel quale, da almeno due generazioni, scorre una vena artistica che si è sempre manifestata attraverso la scrittura grazie a una zia poetessa e un cugino giornalista.
Come molti figli unici, da bambina giocavo spesso con amiche immaginarie o leggendo. Sin da piccola, infatti, nella mia camera ci sono sempre stati tanti, tantissimi libri.
A nove anni, mio nonno mi ha regalato la mia prima macchina da scrivere. Una Lettera 22 della Olivetti, con la quale, nei primi tempi, mi sono divertita più che altro a scoprire i misteri e le insidie della carta carbone, limitando la mia produzione letteraria a qualche riga di frasi scritte un po’ in nero, un po’ in rosso.
Dopo le medie, il mio percorso scolastico è stato caratterizzato da un andamento piuttosto schizofrenico. Diploma in ragioneria prima (perché i miei genitori desideravano che avessi un “pezzo di carta”), laurea in letteratura tedesca, master in economia, diploma di traduzione. Insomma ero un’anima in bilico fra due vite e in cerca della sua strada.
Strada che ho finalmente trovato, come spesso accade, mentre ero intenta a fare altro. Nel 1999 ho partecipato a un concorso letterario organizzato da Donna Moderna e Harlequin Mondadori che, in modo del tutto imprevisto mi ha aperto le porte della traduzione. Nel 2001 infatti ho iniziato a lavorare come traduttrice per Harlequin, un’esperienza che continua ancora oggi.
Successivamente sono arrivate altre collaborazioni con Morellini e Grandi & Associati. Dal 2007 è cominciato il mio rapporto con Piemme e, in seguito alla partecipazione al Women Fiction Festival, anche con Feltrinelli.
Nel frattempo ho sempre scritto. Il mio primo “romanzo” risale a più di venticinque anni fa, in occasione del compleanno della mia migliore amica, alla quale ho dedicato una storia in cui lei era la protagonista. A quello sono seguiti giornalini amatoriali che mi vedevano impegnata nel molteplice ruolo di caporedattrice, giornalista e lettrice. Diari… una quantità infinita di diari. Una tesi di laurea in cui presentavo un’interpretazione esoterica delle fiabe dei fratelli Grimm. Tentativi di noir, fantasy e romance, a seconda delle mie letture del momento. Finché non ho deciso di fare sul serio. E dopo qualche piccola delusione, tanto incoraggiamento da parte di chi credeva in me e tanta perseveranza, finalmente ho firmato un contratto con Harlequin Mondadori per la pubblicazione del mio primo romanzo, Ballando con il Fuoco.
La mia vita personale segue cicli decennali di quiete e di tempesta. Oggi sono sposata, ho due figlie e le mie giornate ruotano intorno alla famiglia: le bambine da prendere, portare, riprendere, riportare… e ai libri: quelli che leggo per piacere e per lavoro, quelli che traduco e, ora, quelli che scrivo.
La cosa più difficile? Far capire che quando sono seduta sul divano con una tazza di tè davanti e un libro in mano… sto lavorando!"

Commentate dicendomi se vi è piaciuta questa intervista, se vi ha convinto a leggere i romanzi di Edy Tassi! E se li avete già letti, ditemi la vostra opinione ;) 

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