Non è una crisi momentaneamente, non è patologica (almeno spero!) ma ho notato che in questo periodo, ossia nel periodo appena precedente e appena seguente all'anniversario del mio ingresso della blogosfera (avvenuto a metà novembre) mi ritrovo molto a dover pensare a me stessa, al mio blog, al fatto che io ci metto tanto impegno e tempo nello scrivere, nel fare i post, condividerli e autopromuovermi, ma non vedo risultati. È così dall'inizio, non dico che ho avuto un momento di gloria e adesso c'è una decadenza o altre cose. Io non ho aperto il blog con l'intento di diventare famosa o cosa simili; ovviamente guardavo ai grandi blog che un tempo amavo e seguivo assiduamente, mi sarebbe piaciuto vedere persone che mostravano affetto e rispetto per il lavoro che facevano queste persone farlo anche nei miei confronti, ricevere un po' della loro "approvazione" verso quello che io scrivevo, ma non cercavo solo la fama. Volevo condividere la mia opinione sui libri che leggevo, non limitandola a Facebook o Goodreads: il blog era lo strumento perfetto per quello che volevo, per raggiungere un pubblico più ampio che andava al di là di amici e conoscenti.
Ma ben presto ho compreso le diverse meccaniche del blog, del fatto che o parli delle ultime uscite o non va bene; o dai notizie esclusive (prese spesso attraverso canali misteriosi o di preferenza, per non parlare di furti veri e propri dalle case editrici e vi assicuro che è successo anche questo) o non dici nulla di nuovo e interessante; o fai recensioni cattive e offensive o la gente non ti legge. E non nego che all'inizio ho cercato di adeguarmi alla massa, di fare quello che la gente voleva che io facessi e scrivessi. All'epoca non collaboravo con nessuna casa editrice, compravo io tutti i libri che recensivo e stavo per cadere nel tranello di comprare un libro che non volevo né avere né leggere perché era appena uscito e avrebbe fatto "notizia", ma i dubbi mi hanno colto di sorpresa. Come faccio sempre quando mi sento nel dubbio e ho bisogno di consiglio e supporto, chiamai mia mamma e piangendo (per strada, poco fuori dalla libreria) le spiegai a grandi linee il mio dubbio "esistenziale"; lei ha capito poco, lo so - il blog è un mondo per lei sconosciuto e non posso spiegarle tutte le dinamiche che ci sono, spiegarle perché di questo perché di quell'altro, ma mi disse una cosa bellissima, nella sua esasperazione di sentir piangere sua figlia: "Se questa cosa (ossia il blog) ti fa stare male, allora lascia perdere!"
Non ho comprato quel libro che avrebbe fatto notizia, ma un'altro che mi interessava molto di più (quando siete giù e comprate un libro che volete davvero, vi sentite meglio), e ho riflettuto sulla frase di mia madre, detta probabilmente per la frustrazione di non sapere in che altro modo aiutarmi, visto che eravamo lontane fisicamente e visto che lei mi da tanti consigli (richiesti e non) ma poi ha sempre lasciato a me decidere quello che volevo fare. Era il blog che mi faceva stare male? No, non era lui, era tutto il sistema: scrivere mi piaceva, mi aiutava, mi faceva sentire bene. Erano le persone che mi facevano stare male, che non capivano il mio impegno, la mia passione, il mio voler guardare agli altri in maniera non frivola, ma con ammirazione e nella speranza che fare come loro mi avrebbe portato un qualche pubblico, un qualche commento, una qualche visualizzazione... Dopo qualche giorno di riflessione, decisi che avrei continuato a scrivere sul blog e avrei portato avanti questa mia passione nonostante tutto. Il problema è proprio quel "nonostante tutto", esso è il nucleo della mia crisi.
Ma ben presto ho compreso le diverse meccaniche del blog, del fatto che o parli delle ultime uscite o non va bene; o dai notizie esclusive (prese spesso attraverso canali misteriosi o di preferenza, per non parlare di furti veri e propri dalle case editrici e vi assicuro che è successo anche questo) o non dici nulla di nuovo e interessante; o fai recensioni cattive e offensive o la gente non ti legge. E non nego che all'inizio ho cercato di adeguarmi alla massa, di fare quello che la gente voleva che io facessi e scrivessi. All'epoca non collaboravo con nessuna casa editrice, compravo io tutti i libri che recensivo e stavo per cadere nel tranello di comprare un libro che non volevo né avere né leggere perché era appena uscito e avrebbe fatto "notizia", ma i dubbi mi hanno colto di sorpresa. Come faccio sempre quando mi sento nel dubbio e ho bisogno di consiglio e supporto, chiamai mia mamma e piangendo (per strada, poco fuori dalla libreria) le spiegai a grandi linee il mio dubbio "esistenziale"; lei ha capito poco, lo so - il blog è un mondo per lei sconosciuto e non posso spiegarle tutte le dinamiche che ci sono, spiegarle perché di questo perché di quell'altro, ma mi disse una cosa bellissima, nella sua esasperazione di sentir piangere sua figlia: "Se questa cosa (ossia il blog) ti fa stare male, allora lascia perdere!"
Non ho comprato quel libro che avrebbe fatto notizia, ma un'altro che mi interessava molto di più (quando siete giù e comprate un libro che volete davvero, vi sentite meglio), e ho riflettuto sulla frase di mia madre, detta probabilmente per la frustrazione di non sapere in che altro modo aiutarmi, visto che eravamo lontane fisicamente e visto che lei mi da tanti consigli (richiesti e non) ma poi ha sempre lasciato a me decidere quello che volevo fare. Era il blog che mi faceva stare male? No, non era lui, era tutto il sistema: scrivere mi piaceva, mi aiutava, mi faceva sentire bene. Erano le persone che mi facevano stare male, che non capivano il mio impegno, la mia passione, il mio voler guardare agli altri in maniera non frivola, ma con ammirazione e nella speranza che fare come loro mi avrebbe portato un qualche pubblico, un qualche commento, una qualche visualizzazione... Dopo qualche giorno di riflessione, decisi che avrei continuato a scrivere sul blog e avrei portato avanti questa mia passione nonostante tutto. Il problema è proprio quel "nonostante tutto", esso è il nucleo della mia crisi.
Sia chiaro che il blog mi ha portato tanta felicità, mi ha fatto vivere delle esperienze uniche, conoscere persone davvero straordinarie, ma ancora oggi non ho un pubblico, non trovo un contatto e un riscontro tra quello che faccio e quello che pensa chi mi legge. Piaccio? Non piaccio? Scrivo cavolate? Sbaglio? La struttura dei mie post è giusta? Cosa posso cambiare, cosa posso migliorare? Nessuno me lo ha mai detto. Ok, qualcuno mi ha detto alcune cose ma si trattava di blogger che mi supportano (e sopportano) quando faccio dei post lamentosi su Facebook, lamentandomi di tutta la merda che gira nella blogosfera; persone che mi hanno dato dei consigli, fatto notare delle cose, ma un lettore che non è un blogger che cosa pensa? Per fare un esempio la mia scheda di presentazione di un libro non contiene quasi mai il genere del libro perché io stessa non saprei dire il genere di certi libri (usando meno di 3 parole); infatti scrivo spesso quello che autori o case editrici mi dicono essere il genere del libro, ma non l'ho mai scritto di mia spontanea volontà. Però i lettori forse vogliono conoscere il genere. Volete che lo scriva? Ditemelo! Ci sono molti modi di fare una scheda. Qualcuno a mio parere esagera un pochino e dice il titolo originale del libro, se è in terza o prima persona, se uno o più POV, se ci sono scene di sesso esplicite, addirittura se ha il lieto fine o meno. Esagerano o comunque queste informazioni a mio parere è meglio inserirle nella recensione, indicando se è una cosa postivi a o negativa per il libro. Secondo me così facendo ci ritroviamo a scartare un libro dalla sua scheda tecnica, senza neanche leggere la trama perché "Ah, non c'è il lieto fine, non mi interessa...". Insomma, sono informazioni che possono essere dette, ma davvero volete che uno le metta nella scheda? Se volete lo faccio, posso inserire il genere o qualsiasi altra informazione voi vogliate sul libro ma se non me lo dite come posso saperlo? Cosa posso sapere quello che vuole chi mi legge?
Come dicevo tante persone mi scrivono quando esterno la mia frustrazione e alla fine i discorsi finiscono sempre lì: "Non possiamo cambiare le cose, freghiamocene e continuiamo a fare le nostre cose!" Ebbene io ci provo a fregarmene e fino ad un certo punto ci riesco, per un paio di mesi va tutto bene ma poi... Torniamo alla mia crisi, ai miei dubbi.
Ci provo e riprovo ma non riesco totalmente a non guardare quello che fanno gli altri. Insomma credo succeda anche a voi no, il fatto che le altre persone ti sbattano in faccia i loro successi, il fatto che volenti e nolenti vedete che il vostro compagno ottiene più risultati di voi. Il fatto è anche che spesso non c'è una grande differenza con il tuo prossimo, avete un numero simile di follower, decine più decine meno, pubblicate un numero simile di post e chiesa, magari parlate pure degli stessi libri, ma voi ottenete nulla e lui tutto: un commento, un mi piace, un cuoricino. La loro foto su Instagram sempre ripetitiva, stessa struttura ogni singola volta, riceve tanti mi piace quanti li hanno ricevuti tutte le tue foto messe insieme, per le quali hai passato ore a decidere la posizione dei libri, stando attento alla luce, alla messa a fuoco, al setting, e della quale hai fatto minimo 20 scatti prima di decidere che quale fosse quella da pubblicare.
Come dicevo tante persone mi scrivono quando esterno la mia frustrazione e alla fine i discorsi finiscono sempre lì: "Non possiamo cambiare le cose, freghiamocene e continuiamo a fare le nostre cose!" Ebbene io ci provo a fregarmene e fino ad un certo punto ci riesco, per un paio di mesi va tutto bene ma poi... Torniamo alla mia crisi, ai miei dubbi.
Ci provo e riprovo ma non riesco totalmente a non guardare quello che fanno gli altri. Insomma credo succeda anche a voi no, il fatto che le altre persone ti sbattano in faccia i loro successi, il fatto che volenti e nolenti vedete che il vostro compagno ottiene più risultati di voi. Il fatto è anche che spesso non c'è una grande differenza con il tuo prossimo, avete un numero simile di follower, decine più decine meno, pubblicate un numero simile di post e chiesa, magari parlate pure degli stessi libri, ma voi ottenete nulla e lui tutto: un commento, un mi piace, un cuoricino. La loro foto su Instagram sempre ripetitiva, stessa struttura ogni singola volta, riceve tanti mi piace quanti li hanno ricevuti tutte le tue foto messe insieme, per le quali hai passato ore a decidere la posizione dei libri, stando attento alla luce, alla messa a fuoco, al setting, e della quale hai fatto minimo 20 scatti prima di decidere che quale fosse quella da pubblicare.
I commenti poi... Io immaginavo, o forse meglio dire sognavo di intavolare discussioni e discussioni sulle mie recensioni, che fioccassero pareri su pareri e invece nulla... Sono arrivata al punto di desiderare aredetentemente che qualcuno mi venisse a dire "Che recensione di merda, questo libro fa cagare!"perché sarebbe stato un commento! E invece non è mai successo, neppure quando ho dato 5 stelle a Grey che nonostante le milioni di copie vendute non è piaciuto a nessuno (escludendo la sottoscritta ovviamente): detrattori di Cinquanta sfumature dove siete finiti?! Avete commentato le recensioni di tutti tranne la mia?! Vi sto antipatica? Perché io spesso non trovo altra risposta se non il "stare antipatica a pelle". Insomma sulla rete mi sono sempre posta in maniera educata e gentile e da anni ormai uso il mio nome (e cognome spesso) quando commento in giro (e anche il mio pseudonimo lo potete trovare facilmente nei miei social, senza troppa fatica) quindi la gente sa che sono io a scrivere, ma questo non basta. Non basta averci messo pure la faccia ed essere carina e allegra: vi sto antipatica. E se sbaglio (o ho ragione) ditemi perché e fatelo commentando!
Questo vuole essere il messaggio che volevo mandare in questa riflessione ossia COMMENTATE. Non solo a me, ma a tutti gli altri blog che seguite, sopratutto quelli non tanto grandi, quelli che spesso sono gestiti da una sola persona che si fa il mazzo. Io sono convinta di non essere l'unica ad avere ogni tanto dei dubbi, di sentirsi giù perché non riceve alcun riscontro da quello che scrive ma nessuno è obbligato a fare come me e scrivere un intero post a riguardo. Però vi invito a far sapere ai blogger di qualsiasi genere quanto apprezziate il loro lavoro, cosa pensate che sbaglino, cosa vorreste che facessero in modo che loro possano farlo o quantomeno provare a fare, scrivere, creare contenuti che il loro pubblico apprezza, concentrarsi maggiormente su quelle cose piuttosto che altre. E ripeto non solo a me, ma a tutti, perché la penuria di commenti è un dato di fatto che riguarda blog e siti in generale, pure quelli di testate giornalistiche, però cosa vi costa scrivere qualche parola di incoraggiamento e di supporto sopratutto verso quelle persone che da sole (S-O-L-E) gestiscono un sito e si aprono con voi riguardo alle loro passioni e hobby?
Secondo punto: cosa devo scrivere? Io non so cosa vuole la gente da me. Nessuno a differenza di quello che sento da qualche altre blogger mi ha mai detto "Dimmi la tua opinione sul libro X o sull'autore Y, o della serie Z!" e quindi anch'io recensisco quello che mi è stato dato, quello che ho promesso di recensire ad autori e case editrici, quello che penso al pubblico possa piacere, ma forse sbaglio. A lungo ho pensato di trattare solo di libri, ma poi ho trovato il coraggio di iniziare Manga's Corner e ho notato un forte interessamento a livello di visualizzazioni e commenti, e ne sono felicissima perché non ci speravo affatto. Però anche qui quando chiedo direttamente cosa fare e su cosa scrivere trovo solo uno spazio vuoto, nessuna risposta. Quindi vi volevo avvisare che da oggi in poi, da adesso come mai prima, io scriverò quel cavolo che mi pare. Voglio parlare di anime? Della storia ed origine dei segnalibri (che, per la cronaca, è qualcosa che ho in mente di fare da quando ho aperto il blog)? Della Fan Fiction letta su Wattpadd? Del film indiano che nessuno al di fuori dell'India ha visto? Se ho voglia, lo faccio! Lo dico con un filo di cattiveria, anzi non cattiveria ma egoismo, quello positivo quello che ti spinge a pensare innanzitutto al tuo bene, a quello che tu vuoi! La lezione che ho imparato dal mondo blogger è proprio l'essere egoista, pensare prima a me - perché la tua compagna blogger potrebbe pugnalarti alle spalle pur di ricevere un cartaceo...
Oggi è lunedì, oggi leggerete questo post al quale ci ho lavorato circa una settimana, ma ne sono soddisfatta e vi assicuro che spesso non sono per nulla soddisfatta di quello che ho scritto ma lo pubblico comunque perché "Questa settimana deve uscire almeno un post!". Ma sono umana e se non ho letto un libro come posso recensirlo? Come posso fare un post di presentazione di un libro, una serie, un film se non gli do del contesto, se non spiego anche a chi ne conosce poco quanto basta per farglielo apprezzare? I mie orari universitari adesso sono concentrati in tre giorni e ho solo il weekend da poter dedicare almeno un po' al blog e ciò non mi facilita al momento. Però continuerò a lavorare e a fare post, alla mia solita cadenza strampalata, ma forse dando maggiore risalto alla qualità che alla quantità. Dando risalto inoltre a quello che voglio davvero condividere con voi, alla mia opinione e a quello che penso - perché poi come dico sopra, se non vi piace una cosa basta commentare, basta dirlo che non vi piace (e finchè non insultate me, mia madre e mio padre non vi banno, mica sono così stronza!).
Questa settimana non usciranno altri post perché sto lavorando a quelli successivi e non avrei nulla di immediato e veloce da pubblicare. Ma la prossima settimana mi rifarò perché ho un progetto in corso che spero si concretizzi, ci solo le solite rubriche mensili che mi diverto sempre tantissimo a fare e tanto altro... E forse sono ripetitiva ma accetto suggerimenti, l'ho sempre detto e scritto ma mai nessuno lo ha fatto. Non credo che questo post vi farà cambiare idea e da adesso in poi mi ritroverò con centinaia di commenti - è un sogno irrealizzabile anche perché manco ai giveaway mi commentate, figuriamoci altri tipi di post! - però volevo condividere con voi i miei pensieri, informarvi di quello che ho provato e continuo a provare e farvi riflettere un pochino sul fatto che non basta seguire una persona, non basta un mi piace o un cuore ogni tanto, ma spesso ci vuole un commento, ci vuole qualcosa di scritto per dimostrare il vostro apprezzamento verso una persona e quello che fa e quindi fatelo: commentate!
Questo vuole essere il messaggio che volevo mandare in questa riflessione ossia COMMENTATE. Non solo a me, ma a tutti gli altri blog che seguite, sopratutto quelli non tanto grandi, quelli che spesso sono gestiti da una sola persona che si fa il mazzo. Io sono convinta di non essere l'unica ad avere ogni tanto dei dubbi, di sentirsi giù perché non riceve alcun riscontro da quello che scrive ma nessuno è obbligato a fare come me e scrivere un intero post a riguardo. Però vi invito a far sapere ai blogger di qualsiasi genere quanto apprezziate il loro lavoro, cosa pensate che sbaglino, cosa vorreste che facessero in modo che loro possano farlo o quantomeno provare a fare, scrivere, creare contenuti che il loro pubblico apprezza, concentrarsi maggiormente su quelle cose piuttosto che altre. E ripeto non solo a me, ma a tutti, perché la penuria di commenti è un dato di fatto che riguarda blog e siti in generale, pure quelli di testate giornalistiche, però cosa vi costa scrivere qualche parola di incoraggiamento e di supporto sopratutto verso quelle persone che da sole (S-O-L-E) gestiscono un sito e si aprono con voi riguardo alle loro passioni e hobby?
Secondo punto: cosa devo scrivere? Io non so cosa vuole la gente da me. Nessuno a differenza di quello che sento da qualche altre blogger mi ha mai detto "Dimmi la tua opinione sul libro X o sull'autore Y, o della serie Z!" e quindi anch'io recensisco quello che mi è stato dato, quello che ho promesso di recensire ad autori e case editrici, quello che penso al pubblico possa piacere, ma forse sbaglio. A lungo ho pensato di trattare solo di libri, ma poi ho trovato il coraggio di iniziare Manga's Corner e ho notato un forte interessamento a livello di visualizzazioni e commenti, e ne sono felicissima perché non ci speravo affatto. Però anche qui quando chiedo direttamente cosa fare e su cosa scrivere trovo solo uno spazio vuoto, nessuna risposta. Quindi vi volevo avvisare che da oggi in poi, da adesso come mai prima, io scriverò quel cavolo che mi pare. Voglio parlare di anime? Della storia ed origine dei segnalibri (che, per la cronaca, è qualcosa che ho in mente di fare da quando ho aperto il blog)? Della Fan Fiction letta su Wattpadd? Del film indiano che nessuno al di fuori dell'India ha visto? Se ho voglia, lo faccio! Lo dico con un filo di cattiveria, anzi non cattiveria ma egoismo, quello positivo quello che ti spinge a pensare innanzitutto al tuo bene, a quello che tu vuoi! La lezione che ho imparato dal mondo blogger è proprio l'essere egoista, pensare prima a me - perché la tua compagna blogger potrebbe pugnalarti alle spalle pur di ricevere un cartaceo...
Oggi è lunedì, oggi leggerete questo post al quale ci ho lavorato circa una settimana, ma ne sono soddisfatta e vi assicuro che spesso non sono per nulla soddisfatta di quello che ho scritto ma lo pubblico comunque perché "Questa settimana deve uscire almeno un post!". Ma sono umana e se non ho letto un libro come posso recensirlo? Come posso fare un post di presentazione di un libro, una serie, un film se non gli do del contesto, se non spiego anche a chi ne conosce poco quanto basta per farglielo apprezzare? I mie orari universitari adesso sono concentrati in tre giorni e ho solo il weekend da poter dedicare almeno un po' al blog e ciò non mi facilita al momento. Però continuerò a lavorare e a fare post, alla mia solita cadenza strampalata, ma forse dando maggiore risalto alla qualità che alla quantità. Dando risalto inoltre a quello che voglio davvero condividere con voi, alla mia opinione e a quello che penso - perché poi come dico sopra, se non vi piace una cosa basta commentare, basta dirlo che non vi piace (e finchè non insultate me, mia madre e mio padre non vi banno, mica sono così stronza!).
Questa settimana non usciranno altri post perché sto lavorando a quelli successivi e non avrei nulla di immediato e veloce da pubblicare. Ma la prossima settimana mi rifarò perché ho un progetto in corso che spero si concretizzi, ci solo le solite rubriche mensili che mi diverto sempre tantissimo a fare e tanto altro... E forse sono ripetitiva ma accetto suggerimenti, l'ho sempre detto e scritto ma mai nessuno lo ha fatto. Non credo che questo post vi farà cambiare idea e da adesso in poi mi ritroverò con centinaia di commenti - è un sogno irrealizzabile anche perché manco ai giveaway mi commentate, figuriamoci altri tipi di post! - però volevo condividere con voi i miei pensieri, informarvi di quello che ho provato e continuo a provare e farvi riflettere un pochino sul fatto che non basta seguire una persona, non basta un mi piace o un cuore ogni tanto, ma spesso ci vuole un commento, ci vuole qualcosa di scritto per dimostrare il vostro apprezzamento verso una persona e quello che fa e quindi fatelo: commentate!
Ciao Marianna, ho letto tutto il tuo post e mi trovo d'accordo su più punti. Io ho aperto il blog da un anno appena e mi ritrovo in molte cose che dici tu, ma io sono una che pubblica solo recensioni di libri che leggo per interesse e sì, capita anche la nuova uscita. Collaboro pochissimo e tendenzialmente noto che i commenti che ho sono sempre e solo di altre blogger amiche che hanno gusti in comune. I commenti dei lettori non ci sono mai sotto ai post, al limite li vedo sotto ai link di condivisione su facebook ma sono spesso di miei amici anche lì. Sono perfettamente a conoscenza di altri blog che invece hanno milioni di commenti di lettori ecc, non so come fanno. Sinceramente mi interessa anche poco, io scrivo perchè sento il bisogno di farlo dopo aver letto un libro bello o brutto che sia. Per cui appoggio la tua decisione di scrivere quello che vuoi tu, sembra brutto da dire, egoista pure, però il blog è tuo, è il tuo sfogo, la tua passione. Non devi chiedere agli altri cosa vogliono che tu faccia, se fa star bene te fallo. Io sicuramente seguirò il post dei segnalibri se lo farai!!
RispondiEliminaAnch'io ricevo davvero pochissimi commenti, soprattutto sulle recensioni! NOn capisco s e non riesco ad esprimermi bene, se i libri che leggo non fanno notizia (probabilmente è così, dato che non leggo mai libri nuovi!), però ti capisco, perchè anch'io mi trovo a volte nella tua situazione!
RispondiEliminaCiao :D
RispondiEliminaHo letto con un groppo in gola questo tuo post perché si vede quanto tu stia male. Io sono solo una lettrice e non frequento da tanto la blogsfera ma nel mio piccolo cerco sempre di commentare i post che leggo, anche se purtroppo essendo spesso impegnata il tempo di leggerli è piuttosto limitato.
Io credo che la tua idea di scrivere solo di ciò che ti piace sia la scelta migliore e soprattutto non comprare assolutamente libri che non ti piacciono solo per recensirli per noi! Che si tratti di una recensione o di altro bisogna sempre scrivere con il cuore ♡
Io nel mio piccolo prometto di venire a trovarti più spesso :D
Io sono nel web con questo nickname da più di dieci anni con un blog personale, ma solo da un anno e mezzo ho deciso di aprire un altro blog per parlare di libri.
RispondiEliminaE ti capisco, anche se in materia sono ancora "fresca": io non collaboro con nessuna CE, non mi posso svenare per comprare le novità e non sempre mi interessano, io leggo moltissimo in lingua e quindi parlo spesso di libri inediti in Italia.
E sono felice dei commenti che ricevo: a volte pochi, ma ogni tanto ne ricevo. Però come dici tu e come dice Federica sopra, sono tutti da parte di blogger. Credo sia capitato solo una volta o due che fossero da parte di "semplici" lettori, quindi non so nemmeno io quale sia il trucco.
Il punto è che molto spesso i blog che ricevono così tanti commenti da parte di "semplici" lettori e/o blogger sono gestiti da persone che non rispondono nemmeno ai commenti - e non mi spiego perché continuino a riceverne visto che è una cosa che mi irrita tantissimo scrivere un commento e non ricevere risposta.
Io capisco gli impegni della VitaVera, ma presto o tardi io rispondo sempre ai commenti che ricevo e onestamente mi passa anche la voglia di leggere un blog sul quale non c'è feedback.
Tu comunque continua a scrivere quello che vuoi e quello che ti fa stare bene - è quello l'importante.
Io faccio la medesima cosa: leggo quello che mi va e scrivo quello che mi va.
Ciao Marianna! Purtroppo anch'io come te, posso analizzare la situazione principalmente da blogger e non da pura lettrice. Nemmeno il mio blog è pubblicizzato o ha contatti costanti con le case editrici, ma una cosa posso dirtela: i piccoli blog come i nostri sono forse quelli che reputo più calorosi. I grandi blog, come diceva poco sopra NotLoved, non hanno contatti con il pubblico e alla lunga questo rende la permanenza in una pagina decisamente poco piacevole.
RispondiEliminaTi posso riportare la mia esperienza personale: ho creato il blog circa 4 anni fa e l'ho aperto per me sostanzialmente. Ho una memoria che non è il massimo e volevo un luogo dove poter raccogliere le mie opinioni sui libri e perché no, lasciare che la mia idea potesse invitare altre persone alla lettura.
Con gli anni ho cercato di perfezionare le recensioni ed ho attraversato pure io le mie belle fasi di crisi sulla chiusura del blog.
Da un anno a questa parte sono riuscita a trovare un equilibrio con me stessa e con il blog scrivendo semplicemente quello che piace a me, senza andare in ansia perché non ho pubblicato niente per tot giorni. Semplicemente quando ho finito un libro, ho provato un gioco nuovo o vedo dei titoli che voglio acquistare, mi metto a scrivere.
Una cosa sul fatto di essere "egoista": I blog sono belli proprio perché sono personali.
Se voglio una scheda libro neutra, vado su Amazon a leggermela. Io scelgo di appoggiare determinati blog perché nel bene o nel male esprimono un loro giudizio (anzi, soprattutto nel male, perché di blog che tessono le lodi di libri che si rivelano essere pessimi, solo perché vogliono mantenere i buoni rapporti con le CE, ne è piena la blogsfera).
Quindi anche se non ho molti follower e non ricevo commenti, sono arrivata ad un punto in cui scrivo quando sento di dover esprimere la mia opinione su un titolo in modo sincero ed onesto.
Questa è solo una piccola parte del mio pensiero, ma non mi dilungo altrimenti rischio di fare un commento molto più lungo del tuo post XD.
Questi tuoi dubbi spesso attanagliano anche me, ma fintanto che proverò piacere nel leggere un libro e poi parlarne, nello studiare foto da postare su Instagram e nello scoprire un inaspettato commento positivo e gentile sulle varie piattaforme, non smetterò.
RispondiEliminaA questo punto, direi che capita a fagiolo la nomination qui per il Blogger Recognition Award! 😀
Ragazze volevo commentare sotto tutte (e a trovare un attimo di tempo più tardi lo potrei fare), ma intanto grazie per i vostri commenti perché mi fa sentire meno sola; sembra una banalità ma nessuno parla mai delle difficoltà che ci sono dietro la gestione di un blog, si pensa che basti scrivere e via e quando uno ne parla viene quasi preso per scemo. Mi fa molto piacere scoprire che la pensiamo allo stesso modo e che vogliamo solo condividere le nostre passioni nonostante tutte leocse brutte. Grazie davvero <3
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