Oggi prendo parte al Blog Tour di una bella uscita, un fumetto disponibile da oggi per la casa editrice Tunué. Qui c'è tutto il mondo scritto da Cristiana Alicata e disegnato da Filippo Paris è una storia molto veloce da leggere, ma che tratta molte tematiche attuali nonostante sia ambientata negli anni '80.
Venite a scoprire questo fumetto proseguendo la lettura del mio post!
Ringrazio la casa editrice Tunué per avermi fornito una copia del fumetto per poterlo recensire
Titolo: Qui c'è tutto il mondo
Autore: Cristiana Alicanta (storia) e Filippo Paris (disegni)
Casa editrice: Tunué
Collana: Ariel
Data di uscita: 24 settembre 2020
Pagine: 196
Prezzo: 17,50 (cartaceo)
Durante l’inverno del 1984, il più freddo degli ultimi cento anni, la mamma di Anita comincia a fare cose bizzarre: si mette le scarpe spaiate, balla da sola per strada e cambia umore da un minuto all’altro.
Nel frattempo Anita prova ad adattarsi al piccolo paese di provincia dove la famiglia si è appena trasferita dal sud dell’Italia e si ritrova a combattere le stranezze della mamma con due alleate diversissime tra loro: Tina, un maschiaccio come lei con cui Anita gioca a pallone e fa la pipì in piedi ed Elena che la rifornisce di acqua di Lourdes.
Finché un giorno non decidono di scappare dall’incomprensibile mondo degli adulti. La storia di un’amicizia e di emozioni che non hanno ancora un nome.
Stezzano, provincia di Bergamo, 1984. Anita e la sua famiglia si sono trasferiti in questo paese dal sud Italia. Anita è una ragazza come tante, un po’ ribelle che però riesce a fare amicizia con due ragazze della sua età: Tina, un vero e proprio maschiaccio e la femminile e orfana Elena. Tre amiche che per le loro storie personali decidono un giorno di fuggire. Ma basterà davvero fuggire dal mondo degli adulti per risolvere tutti i loro problemi?
Qui c’è tutto il mondo è un fumetto particolareche racconta una storia ambientata in un preciso momento storico e con una ambientazione ben rappresentata. Questo paesino del bergamasco con le difficoltà di una famiglia “terrona” nell’integrarsi sono ben raccontati anche il tema più importante e centrale della storia riguarda il genere. Prima ancora di Tina c’è la protagonista Anita che guarda al fratello e invidia suoi abiti, la sua bicicletta, la sua libertà. Si chiede perché una ragazza deve essere più come Elena, con i suoi abiti rosa e la sua pacatezza, e non può essere come Tina, che litiga con i maschi per poter giocare a calcio e fa la pipì in piedi. La ragazza è amica di entrambe e cerca di mettere in accordo le due perché vuole essere amica di entrambe. Questi temi sono più che mai attuali e sono trattati con la delicatezza e l’innocenza della gioventù delle sue protagoniste.
Un altra questione molto importante è la malattia della madre di Anita. Non è ben spiegata, si intuisce che è una malattia mentale legata all'ansia; ciò la porta a comportamenti strani non solo per gli adulti, ma soprattutto per una bambina che cerca l’appoggio della madre, che invece deve affidarsi ad un padre presente sì, ma che, nel momento del bisogno, non la comprende fino in fondo. La famiglia è un elemento importante e centrale per la crescita di Anita che si incrocia con il suo diventare amica e progettare la fuga con Elena e Tina.
Le due sono presentate pian piano. Anita le conosce a scuola e lega con entrambe per motivi diversi: con Tina perché, come lei, ha un animo ribelle e anticonformista, Elena perché è l’opposto di lei, rappresenta la ragazza timida e brava alla quale, secondo il padre, Anita dovrebbe assomigliare un po’ di più. E nei momenti di difficoltà Elena, con la sua innocenza, cerca di aiutarla e sul finale si vede che la ragazza decide di essere un po' come le altre due amiche, più coraggiosa e che non bada alla conseguenze, andando però a rischiare la sua salute...
Qui c’è tutto il mondo racconta la storia di Anita, il suo legame con le sue amiche, i problemi di accettazione con la sua famiglia, il fatto che lei, come i grandi dai quali si vuole allontanare per sentirsi libera, fugge dai problemi e non cerca di risolverli, cosa che condivide con anche le sue amiche. E infatti il finale mostra tutte le conseguenze di abbandonare tutto e andarsene: cambia il luogo ma i problemi, i dubbi e le paure rimangono e non possono cambiare da soli...
Una storia realistica e che, come ho detto prima, risente della sua ambientazione storica e geografica, ma che ho trovato che possa essere trasportata anche in un altra epoca e in un altro luogo, rendendola una storia quasi universale e forse alcuni di noi possono riconoscersi e ritrovarsi nei dubbi e nei ragionamenti delle sue protagoniste. Trovo inoltre che il disegno aiuti molto.
È molto realistico sia per il paesaggio che per i personaggi, i volti delle sue protagoniste, ma anche i tanti dettagli e i colori che creano contrasto. Questo realismo viene abbandonato solo quando si parla della madre di Anita e della sua malattia dove si sfocia in un disegno che ricalca le inquietudini che riempiono la sua testa, rappresentate in maniera molto convincente e paurosa. Ho avuto l'impressione che si volesse ricalcare le immagini che fanno i bambini quando cercano di rappresentare una cosa spaventosa e invisibile come una malattia... Rimangono però immagini molto evocative che mi sono molto piaciute. Ho molto apprezzato anche la grandezza delle tavole che passa da piccole a tutta pagina e in alcuni pochi ma importanti casi a doppia pagina: ho trovato che fosse ben sfruttata la grandezza delle vignette a seconda del momento e di quello che doveva mostrare oltre che raccontare.
Una storia realistica e che, come ho detto prima, risente della sua ambientazione storica e geografica, ma che ho trovato che possa essere trasportata anche in un altra epoca e in un altro luogo, rendendola una storia quasi universale e forse alcuni di noi possono riconoscersi e ritrovarsi nei dubbi e nei ragionamenti delle sue protagoniste. Trovo inoltre che il disegno aiuti molto.
È molto realistico sia per il paesaggio che per i personaggi, i volti delle sue protagoniste, ma anche i tanti dettagli e i colori che creano contrasto. Questo realismo viene abbandonato solo quando si parla della madre di Anita e della sua malattia dove si sfocia in un disegno che ricalca le inquietudini che riempiono la sua testa, rappresentate in maniera molto convincente e paurosa. Ho avuto l'impressione che si volesse ricalcare le immagini che fanno i bambini quando cercano di rappresentare una cosa spaventosa e invisibile come una malattia... Rimangono però immagini molto evocative che mi sono molto piaciute. Ho molto apprezzato anche la grandezza delle tavole che passa da piccole a tutta pagina e in alcuni pochi ma importanti casi a doppia pagina: ho trovato che fosse ben sfruttata la grandezza delle vignette a seconda del momento e di quello che doveva mostrare oltre che raccontare.
Anche lo scorrere del tempo e i diversi flashback non confondono, ma anzi sono ben scanditi i diversi momenti e fanno sì che cresca la tensione fino al racconto di quel giorno fatidico, il giorno della fuga delle tre protagoniste. È difficile immaginare quello che accadrà e anzi il finale di per se mi ha sorpreso, anche se, per via del messaggio che voleva mandare, non poteva essere altrimenti. Forse da una parte avrei voluto più positività, ma rimane qualcosa dalla lettura. La storia e le tavole trasmettono molto tanto che, nel chiudere il volume che è molto scorrevole, alla fine si vuole riaprilo per notare altri dettagli per poterlo apprezzare ancora e rifugiarsi in quell’angolo di mondo dove tutti i problemi sono per un attimo cancellati, dove si può un attimo sognare e sperare, prima di tornare alla dura realtà.
Qui c’è tutto il mondo è davvero un bel fumetto attuale nei temi, con disegni molto belli, evocativi e allo stesso tempo realistici e una storia che lascia spunti di riflessioni anche su noi stessi, come ci vediamo e come ci poniamo difronte ai problemi. Un fumetto che non ci lascia indifferenti, ma anzi con la voglia di parlare. Infatti avrei tanto da dire, ci sono tanti dettagli e questioni che non sono riuscita a raccontare perché rischierei da fare troppi spoiler ed una graphic novel da gustare e scoprire leggendolo. Spero di però avervi invogliato a prendere il volume in mano.
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