Non è una crisi momentaneamente, non è patologica (almeno spero!) ma ho notato che in questo periodo, ossia nel periodo appena precedente e appena seguente all'anniversario del mio ingresso della blogosfera (avvenuto a metà novembre) mi ritrovo molto a dover pensare a me stessa, al mio blog, al fatto che io ci metto tanto impegno e tempo nello scrivere, nel fare i post, condividerli e autopromuovermi, ma non vedo risultati. È così dall'inizio, non dico che ho avuto un momento di gloria e adesso c'è una decadenza o altre cose. Io non ho aperto il blog con l'intento di diventare famosa o cosa simili; ovviamente guardavo ai grandi blog che un tempo amavo e seguivo assiduamente, mi sarebbe piaciuto vedere persone che mostravano affetto e rispetto per il lavoro che facevano queste persone farlo anche nei miei confronti, ricevere un po' della loro "approvazione" verso quello che io scrivevo, ma non cercavo solo la fama. Volevo condividere la mia opinione sui libri che leggevo, non limitandola a Facebook o Goodreads: il blog era lo strumento perfetto per quello che volevo, per raggiungere un pubblico più ampio che andava al di là di amici e conoscenti.
Ma ben presto ho compreso le diverse meccaniche del blog, del fatto che o parli delle ultime uscite o non va bene; o dai notizie esclusive (prese spesso attraverso canali misteriosi o di preferenza, per non parlare di furti veri e propri dalle case editrici e vi assicuro che è successo anche questo) o non dici nulla di nuovo e interessante; o fai recensioni cattive e offensive o la gente non ti legge. E non nego che all'inizio ho cercato di adeguarmi alla massa, di fare quello che la gente voleva che io facessi e scrivessi. All'epoca non collaboravo con nessuna casa editrice, compravo io tutti i libri che recensivo e stavo per cadere nel tranello di comprare un libro che non volevo né avere né leggere perché era appena uscito e avrebbe fatto "notizia", ma i dubbi mi hanno colto di sorpresa. Come faccio sempre quando mi sento nel dubbio e ho bisogno di consiglio e supporto, chiamai mia mamma e piangendo (per strada, poco fuori dalla libreria) le spiegai a grandi linee il mio dubbio "esistenziale"; lei ha capito poco, lo so - il blog è un mondo per lei sconosciuto e non posso spiegarle tutte le dinamiche che ci sono, spiegarle perché di questo perché di quell'altro, ma mi disse una cosa bellissima, nella sua esasperazione di sentir piangere sua figlia: "Se questa cosa (ossia il blog) ti fa stare male, allora lascia perdere!"
Ma ben presto ho compreso le diverse meccaniche del blog, del fatto che o parli delle ultime uscite o non va bene; o dai notizie esclusive (prese spesso attraverso canali misteriosi o di preferenza, per non parlare di furti veri e propri dalle case editrici e vi assicuro che è successo anche questo) o non dici nulla di nuovo e interessante; o fai recensioni cattive e offensive o la gente non ti legge. E non nego che all'inizio ho cercato di adeguarmi alla massa, di fare quello che la gente voleva che io facessi e scrivessi. All'epoca non collaboravo con nessuna casa editrice, compravo io tutti i libri che recensivo e stavo per cadere nel tranello di comprare un libro che non volevo né avere né leggere perché era appena uscito e avrebbe fatto "notizia", ma i dubbi mi hanno colto di sorpresa. Come faccio sempre quando mi sento nel dubbio e ho bisogno di consiglio e supporto, chiamai mia mamma e piangendo (per strada, poco fuori dalla libreria) le spiegai a grandi linee il mio dubbio "esistenziale"; lei ha capito poco, lo so - il blog è un mondo per lei sconosciuto e non posso spiegarle tutte le dinamiche che ci sono, spiegarle perché di questo perché di quell'altro, ma mi disse una cosa bellissima, nella sua esasperazione di sentir piangere sua figlia: "Se questa cosa (ossia il blog) ti fa stare male, allora lascia perdere!"