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venerdì 31 luglio 2015

Blog Tour "Le due metà del mondo" di Marta Morotti: Tappa #4

Buongiorno lettori!

Per me è l'estate dei blog tour ;)  Beh, spero non vi dispiaccia, perché a me piace molto e sono davvero felice di potervi far scoprire romanzi davvero belli e unici, oltre che mostrarvi i dietro le quinte dei personaggi e della creazione del romanzo stesso.

Spero che abbiate seguito le altre tappe del blog tour e sappiate già tutto sul romanzo Le due metà del mondo e sulla sua autrice Marta Morotti; e adesso, arrivati all'ultima tappa, si parla del romanzo stesso (che io ho letto in questi ultimi giorni e mi è davvero piaciuto - stay tuned per la mia recensione ;), e i temi che affronta.

Adesso correte a leggere l'intervista all'autrice e poi leggete il romanzo, mi raccomando! E lasciate un commento con le vostre opinioni :)


Leggete la trama qui

Le tappe del Blog Tour de Le due metà del mondo:
  • 23 luglio: Tappa 1 - Le due metà del mondo, un debutto profondo e straordinario -  Ragazza in rosso 



Iniziamo con un video nel quale l'autrice stessa presenta il suo romanzo ;)




Maria, la protagonista del tuo romanzo, si è costruita un mondo tutto suo per evadere dalla realtà. È capitato anche a te?

Mi capita tutti i giorni, da sempre. Ma non come Maria, per evadere da una realtà difficile. Semplicemente sono la classica persona con la testa tra le nuvole, persa nei miei mondi fatti di situazioni possibili. Mi basta vedere qualcosa o sentir dire una frase al telefono da una persona che cammina vicina a me sul marciapiede per costruirmi una scena, o una storia in testa. Credo sia il motivo per cui spesso, quando cammino per la strada, mi capita di inciampare o cadere. Sono distratta.

Nel romanzo l’ambito famigliare è preponderante e le figure maschili sono molto forti. Da cosa dipende questa scelta? Qual è invece l’ambiente in cui sei cresciuta e quali sono le persone alle quali ti sei ispirata?

L'autrice e il suo romanzo
In realtà le figure maschili sembrano molto forti, ma sono quelle femminili a possedere davvero questa qualità. Alfio dimostra una grande, un’enorme fragilità. E la scelta di focalizzare la mia attenzione sulle due figure femminili è forse dovuta al fatto che sono una donna e che mi è risultato più naturale immedesimarmi in loro due. Io, in realtà, sono cresciuta in una famiglia dove hanno sempre regnato l’amore e l’armonia. Nessuna decisione è mai stata presa da mio padre senza l’appoggio di mia madre e viceversa. In casa nostra si è sempre parlato e discusso di tutto con grande libertà e nei momenti di difficoltà ci siamo uniti come non mai. Sono molto fortunata. Non esistono delle persone in carne ed ossa a cui io mi sia ispirata. Ciò che mi ha dato ispirazione sono stati sguardi colti per la strada, gesti, sensazioni, sorrisi, litigi origliati in tram. Cerco di cogliere degli input da tutto ciò che mi circonda.

“Mia madre mi aveva sempre parlato della metà della mela. Diceva che un giorno avrei trovato la mia. Mi resi conto che non avevo nessuna metà. Alla mia mela mancavano tre quarti di consistenza.” Questo estratto riguarda Maria, la protagonista del romanzo. Per quanto riguarda te, qual è la tua metà del mondo?

Non penso ne esistano due sole metà. Per Maria è diverso, lei è divisa a metà dentro se stessa e ha bisogno di unire le due parti per iniziare a vivere davvero. La metà della mela, invece è una cosa ancora diversa, di cui si sente sempre parlare ma che non penso esista davvero. Io mi sento più vicina alla teoria del puzzle. Un pezzetto alla volta ci si costruisce e ci si completa lungo il corso della vita intera. A volte si sbaglia a posizionare un pezzettino, ma l’importante è accorgersene e tornare indietro per cercare quello giusto, o quell’errore comprometterà tutte le scelte successive. Ma, in generale, penso siano davvero in pochi a finire davvero il puzzle. Chissà, forse i rimpianti sono i pezzettini mancanti. Un bacio non dato, una frase non detta o una detta…

Qual è il messaggio che vorresti trasmettere ai lettori con Le due metà del mondo?

Che la vita è davvero una cosa straordinaria. Che bisogna lottare per renderla sempre migliore, che si può vincere sul dolore, sulla tristezza. Che chiedere aiuto agli altri e avere fiducia in loro non è sintomo di debolezza, ma di umanità.


Scrivetemi le vostre opinioni sulla tappa e l'intervista e sul romanzo, e non dimenticatevi di condividere il post ;)

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