Come vi avevo già annunciato su Facebook ho avuto, grazie alla casa editrice Harlequin Mondadori, la straordinaria opportunità di intervistare la famosa e bravissima (oltre che gentilissima) autrice americana Kristan Higgins! Non potete immaginare quanto ero eccitata ed emozionata! Mi sono anche molto divertita e il team della Harlequin è stato assolutamente straordinario e ha davvero reso la mia esperienza e quella di tutte le blogger e giornaliste presenti davvero piacevole.
Ora vi lascio alla mia intervista e poi vi voglio parlare dell'incontro organizzato da Harlequin Mondadori intitolato Il libro è donna e le deliziose chiacchiere avute con le persone di questa Casa Editrice.
La mia chiacchierata con Kristan Higgins avviene davanti a una tazza di cappuccino e una deliziosa fetta di torta al cioccolato. Io, lei e la bravissima interprete Valentina siamo in un angolo del ristorante dove sta terminando il lunch organizzato in onore dell'autrice americana dopo l'incontro avvenuto nella splendida cornice della Siam (Società d' incoraggiamento d'arti e mestieri) e che ha visto la partecipazione di blogger, autrici, giornaliste e naturalmente del team Harlequin.
Faccio dono all'autrice di un piccolo segnalibro di Venezia, città che l'autrice ha visitato nei giorni in cui è stata nel nostro paese e che le è davvero piaciuta (Leggete i suoi commenti su Facebook) e poi ha inizio l' intervista.
La serie Blue Heron: dove hai preso l'ispirazione per questa bella famiglia che ha questo business legato al vino?
Kristan Higgins: Volevo un posto che amavo, dove sarei potuta stare un paio d'anni perché per scrivere un libro impiego sei mesi. Volevo qualcosa di visivamente molto bello e un attività che mi piacesse. Mi piace il vino e mio fratello lavora nel settore mi ha consigliato questa zona a nord di New York molto famosa. Ho deciso di recarmici per vedere se potevo utilizzarla nei miei romanzi ed è stato amore a prima vista: la prima volta che sono arrivata in macchina con mio marito ho visto un paesaggio molto delicato, molte terre coltivate, alberi, piante e questi laghi dalla forma allungata chiamati appunto Finger Lakes (NdT: laghi a forma di dita) e mi sono detta: Sì, qui potrei rimanere. E in più questa attività mi ha dato lo spunto per avere vari personaggi, dal vignaiolo al responsabile marketing e così via e ho pensato che poteva funzionare.
Il mio primo pensiero è stato che questa è un idea molto italiana: la famiglia che coltiva la terra, che ha delle sue tradizioni. Quindi mi chiedevo se c'è un qualche legame con l'Italia o semplicemente è stato il luogo ad ispirarti.
KH: Effettivamente non ci ho pensato. Non c'è nessun vero legame anche se queste caratteristiche sono tipicamente italiane. Il senso della famiglia è un aspetto molto importante per gli italiani così come le generazioni che si susseguono e le famiglie molto grandi. Mi piace scrivere di persone di una certa età, adolescenti e adulti e questo romanzo mi vede alle prese con 4 generazioni diverse e sono rimasta molto sorpresa di sapere che il mio libro era un best seller e mi chiedevo: Perché? Forse perché amo il cibo, il vino e la famiglia.
Kristan Higgins, io e l' interprete Valentina. Photo Credits Harlequin Mondadori |
Una domanda un po' strana: Tom acquista la cittadinanza sposandosi con Honor ma sarebbe illegale. Anche se loro alla fine si innamorano ciò rimane comunque illegale in un certo senso. Ci hai pensato che Tom, pur avendo tante buone intenzioni e pur essendo innamorato di Honor, fa qualcosa di illegale? Come ti sei comportata con tutta la faccenda legata all'immigrazione e al visto?
KH: È vero però ha fornito molti spunti per il personaggio di Honor perché, comunque, quando ha sentito la storia di Charlie si è convinta ed ha accettato la sfida, per così dire; anche perché sopratutto nonostante la questione sia illegale loro hanno provato a far funzionare il loro rapporto e Honor aveva paura anche di essere presa e questo aggiunge un altra dimensione al personaggio: questo senso di segreto, il disagio di fronte al funzionario dell'immigrazione. Io stessa ho parlato con un funzionario dell'immigrazione che mi ha spiegato che è una cosa che succede molto spesso e ci sono dei trucchi per fingere e far credere che si sia davvero innamorati e si sta davvero insieme. In genere quando ho un problema faccio ricerca però qui si parla di un vero e proprio ostacolo non da superare, ma che però mi ha dato la possibilità di parlarne. Honor era molto devastata perché è stata mollata dal suo ex che si è messo con la sua migliore amica e i due aspettano un figlio e quindi ha voluto iniziare questo rapporto con Tom, ha fatto una prova per vedere se funzionava quindi credo che il tutto sia andato bene e che non sia poi così brutta la questione dell'illegalità.
Parliamo ora di immigrazione e pregiudizi: sei venuta in Italia per la prima volta e ci sono molti pregiudizi riguardo all'Italia e agli uomini e donne italiani; quindi qual'è la tua prima impressione visto che sei stata qui per un paio di giorni e cosa pensi del fatto che una persona emigra in un paese e la sua nazionalità è legata a determinati pregiudizi che possono dargli problemi anche per il visto, ad esempio.
KH: Negli Stati Uniti ci sono pregiudizi soprattutto nei confronti degli immigrati messicani e in generale quelli provenienti da paesi di lingua spagnola e gran parte di questo pregiudizio deriva dal fatto che sono persone che non hanno un'istruzione di grado elevato o che non hanno uno sponsor, un azienda che li chiami a lavorare. I miei bis nonni sono emigrati però erano legati ad un'azienda quando si sono dovuti spostare. Spero che la politica sull'immigrazione statunitense possa un pochino allentarsi. Per quanto riguarda l'Italia mi piacciono molto gli uomini italiani: gli uomini delle consegne sono arrivati, mi hanno sorriso, mi hanno chiamato bella e ho visto che gli uomini sono molto educati, e fanno apprezzamenti ma non in maniera aggressiva, rude e creepy; sono molto bravi a flirtare ed è una cosa che apprezzo. Le donne invece hanno grande stile e sono molto sicure di se stesse. Negli Stati Uniti noto che tutti hanno sempre in mano il cellulare e che non parlano tra di loro, mentre in Italia sembrerebbe che le persone parlino tanto. Sul water taxi vedevo che il tassista parlava, le persone anche sotto la pioggia parlavano della pioggia e di altri argomenti tranquilli. È un paese estremamente amichevole ed è bello visitare un paese nel quale si è ben accolti e accettati. Io parlo un po' di francese e russo vedo che qua in linea di massima tutti parlano almeno due lingue.
(Nota: Io e l'interprete ci guardiamo come per dire "Seeee...." e Kristan dirà una cosa che mi rimarrà sempre nel cuore "You said your english in not good but your english is fantastic" thanks Kristan <3) A Venezia tutti parlano inglese!
Da dove hai preso l' ispirazione per il personaggio di Honor, che ad un certo punto della sua vita si rende conto che se vuole avere una sua famiglia si deve sbrigare, deve sposarsi e se vuole un figlio deve farlo il prima possibile.
KH: Conosco una donna, una mia amica che fa parte del mondo dell'editoria che mi ha raccontato come il suo medico le avesse detto che all'età di 35 anni doveva davvero darsi una mossa se voleva avere figli. E allora ho pensato che molte di noi si sono trovate e si trovano in questa situazione. A volte negli Stati Uniti si arriva a 30\35 anni e ci si rende conto che in quegli anni si è lavorato troppo, si è pensato allo studio e al lavoro e si pensava che si avrebbe avuto una famiglia ma in realtà non ci si è riusciti. Honor è molto interessante per me perché è una donna moderna: è aperta ad appuntamenti online, a uscite organizzate da amici e lei è sempre molto organizzata, ma il suo primo incontro con Tom è un vero disastro! Non voglio però spingere le persone a fare azioni illegali per ottenere la green card (NdT: il visto) sposandosi.
Credits Photo Harlequin Mondadori |
Cosa ci dobbiamo aspettare dagli altri romanzi della Blue Heron Series: hai programmato di scriverne altri e se si, ci puoi dire di chi parleranno?
La prossima storia è quella di Colleen. Inizialmente volevo farne solo 3 romanzi, ma dopo aver parlato di Faith e Honor e aver preso a considerare Jack come un fratello, ho pensato che fosse interessante parlare anche di Colleen perché Colleen va su Facebook, ha una vita molto frivola, le piace giocare con il suo status di donna single, flirtare... e ho pensato: Perché una persona così gradevole e simpatica è ancora single? E mi piaceva il fatto che sia una gemella. Dopo questo il libro (che Harlequin Mondadori ha annunciato che uscirà in italia entro giugno!) si parlerà di Jack che considero come un fratello e la sua caratteristica principale è che le cose gli riescono molto semplici: lavora come responsabile della vigna, non ha dovuto lottare molto nella vita e ho pensato di complicargli la vita e rendergliela meno comoda... Poi la serie è diventata molto inaspettata per me perché non avevo pianificato quello che avrei fatto... Cosi ho deciso di redigere un elenco di tutti i personaggi femminili della cittadina e mi sono detta: Vediamo di scegliere! Ho puntato il dito e questo si è fermato su un personaggio: Emmaline, che lavora con Levi, che era un personaggio perfetto, che compariva già nei volumi precendenti, una persona sarcastica e divertente che diventerà poi poliziotta. E poi scriverò di Connor e lui sarà l'ultimo.
Visto che i cani compaiono sempre in copertina e quasi tutti i protagonisti dei tuoi libri ne hanno uno, ci puoi dire del tuo amore per questi animali e il rapporto che hai con loro?
KH: Amo molto i cani: per me ti danno amore incondizionato e sono un segnale di volontà da parte di una perosna di volersi impegnare, tornare a casa per il proprio cane, di prendersi cura di lui e fare le scelte giuste. Da piccola ho sempre avuto dei cani, li ho sempre amati, ma ho dei figli e il mio cane non è mio figlio. Il mio primo cane Digger (NdT: scavatore), è cresciuto insieme ai miei figli, poi lui è morto di vecchiaia e ho resistito solo 10 giorni prima di perdere un altro cane perché stava sempre con me, mi sentivo sola e ho preso un altro piccolo cane nero che ho chiamato Willow. Amo gli animali perché sono quasi dei colleghi per me, sono sempre con me quando scrivo i libri.
Quando e perche hai iniziato a scrivere?
KH: Ho iniziato a scrivere 13 anni fa: ero una mamma che stava a casa e mio figlio andava all'asilo e avevo un po' di ore in cui stavo da sola e pensavo: Cavolo mio marito ha due lavori, fa il pompiere e l'elettricista; e ho pensato che quando mio figlio andrà all'elementari non potrò permettermi di non lavorare, di andare avanti a stirare e lavare i panni. Volevo comunque restare a casa e dovevo trovare un lavoro che mi consentisse di farlo. Avevo sempre letto romanzi romantici ed ero una buona scrittrice e quindi mi ci è voluto un anno e mezzo per scrivere il mio primo libro per poi mandarlo ad un agente nella forma definita ed è stato pubblicato nel 2006, secondo il programma da me stabilito, quando mio figlio era in seconda elementare. La cosa molto bella è che i miei figli sono estremamente orgogliosi di me: mia figlia legge i miei libri, mio figlio no, ma quando era più piccolo e andavamo in libreria andava dalle persone e diceva: Vuoi comprare il libro della mia mamma? Adesso poi mia figlia è all'università e le sue amiche sanno chi sono e vogliono sapere cosa faccio e dove vado. C'è stato un evento, un firma copie, in una città vicino a dove studia e ho organizzato una cena tutte insieme.
Molti scrittrici e scrittori dicono che loro sono prima lettori e poi scrittori. Ci sono dei titoli o degli scrittori che consigli in particolare?
KH: Mi piace Eloisa James, molto intelligente e con un ottima scrittura; Robyn Carr; Sophie Kinsella, mi piace molto il suo senso dello humor, ed è estremanete sfacciata; mi piace Mariam Case (NdT: mi scuso ma probabilmente il nome è sbagliato!) che è irlandese; sono sempre una fonte di ispirazione per me i loro libri. Ti accorgi che un libro è buono quando dimentichi di essere scrittore e ti interessa leggerlo solo per la storia che c'è e per il romanzo stesso perché in genere si diventa molto critici facendo questo lavoro e dopo 5 pagine si è capaci di giudicare un libro e di lasciarlo li se non ci soddisfa.
Cosa provi quando pensi che i tuoi libri hanno venduto non solo in America ma in tutto il mondo e questo ti da l'opportunità di viaggiare e incontrare i tuoi lettori?
KH: Non me lo sarei mai aspettato e ne sono davvero felice: il mio obbiettivo iniziale era quello di guadagnare qualcosa per poter stare a casa con i miei figli e non mi sarei mai aspettata di diventare un' autrice di una certo spessore... Inoltre sono molto bravi coloro che lavorano nella distribuzione e nel marketing che mi sembra quasi irreale di essere in Europa per un book tour e di poter davvero parlare di "European Book Tour" ma è successo.
Quando scrivi pensi mai a quello che giornalisti, recensori, lettori possono dire del tuo libro? Hai paura del loro giudizio, del fatto che il libro possa non piacere?
KH: Cerco di non pensarci. Sono convinta che non si possa compiacere tutti, ma vedo che sto facendo bene perché sto avendo sempre più lettori. È facile criticare, soprattutto per chi lo fa di lavoro e di conseguenza cerco di concentrarmi su quello che so fare bene e a poco a poco di spingermi oltre i miei limiti per fare qualcosa di nuovo e di andare sempre più in profondità.
KH: Mi piace Eloisa James, molto intelligente e con un ottima scrittura; Robyn Carr; Sophie Kinsella, mi piace molto il suo senso dello humor, ed è estremanete sfacciata; mi piace Mariam Case (NdT: mi scuso ma probabilmente il nome è sbagliato!) che è irlandese; sono sempre una fonte di ispirazione per me i loro libri. Ti accorgi che un libro è buono quando dimentichi di essere scrittore e ti interessa leggerlo solo per la storia che c'è e per il romanzo stesso perché in genere si diventa molto critici facendo questo lavoro e dopo 5 pagine si è capaci di giudicare un libro e di lasciarlo li se non ci soddisfa.
La coda al firma copie. Photo Credits BaRBF |
Cosa provi quando pensi che i tuoi libri hanno venduto non solo in America ma in tutto il mondo e questo ti da l'opportunità di viaggiare e incontrare i tuoi lettori?
KH: Non me lo sarei mai aspettato e ne sono davvero felice: il mio obbiettivo iniziale era quello di guadagnare qualcosa per poter stare a casa con i miei figli e non mi sarei mai aspettata di diventare un' autrice di una certo spessore... Inoltre sono molto bravi coloro che lavorano nella distribuzione e nel marketing che mi sembra quasi irreale di essere in Europa per un book tour e di poter davvero parlare di "European Book Tour" ma è successo.
Quando scrivi pensi mai a quello che giornalisti, recensori, lettori possono dire del tuo libro? Hai paura del loro giudizio, del fatto che il libro possa non piacere?
Photo Credits BaRBF |
Ultima domanda: ti piacerebbe che i tuoi libri diventassero un film o una serie televisiva?
KH: Si, ne sarei entusiasta, e sono arrivate proposte da una casa di produzione di Hollywood, però sono d'accordo con il mio editore di non accettare opzioni, ma un offerta reale che si concretizzi. So di non avere molte opportunità: ci sono molti romanzi romantici di questo tipo che vengo riadattati in film e so di certi casi in cui l'adattamento non è stato così felice e questo è ancora peggio: vedere un film brutto tratto da un bel libro, che viene rovinato è ancora peggio di fare un film tratto da un tuo libro. Quindi meglio nessun film che un brutto film ma se è un buon film si.
E Tom hardy dovrà essere il protagonista principale, no?
KH: No, non Tom Hardy. Robert Downey Junior.
Io e Kristan Higgins. Photo Credits Harlequin Mondadori |
E questa è stata la mia intervista a Kristan Higgins!
Ora vorrei parlarvi in breve anche di tutta la mia esperienza di quel giorno a partire dall'evento Il Libro è donna, organizzato dalla Casa Editrice Harlequin Mondadori in occasione del BookCity Milano.
Photo Credits BaRBF |
Ci sono state le presentazioni dell'autrice e dei lavori fatti dalla casa editrice Harlequin Mondadori, una casa editrice che da più di 30 anni porta sul mercato italiano romanzi rosa sia in edicola ma ora anche in libreria, e da pochissimo offre titoli solo in formato digitale nella nuova collana eLit.
In seguito l' incontro è stato moderato dalla giornalista Gloria Brolatti, che è stata molto professionale ma anche molto simpatica ed è stata capace di fare domande che avremmo potuto fare noi lettori (infatti la parte delle domande da parte del pubblico è stata molto breve, ma qui credo ci sia anche il fattore timidezza). L'autrice è stata molto gentile e allegra, ha riso e ci ha fatto ridere parecchio raccontandoci di tutto: dal luogo che l'ha ispirata per Blue Heron, al marito (Sant'uomo) che le stampa le foto di attori famosi (Tom Hardy su tutti) che usa per creare i personaggi dei suoi romanzi e che con il suo annuire a tutte le sue idee la supporta (?); l'amore per gli animali e in particolare per i cani, che compaiono sempre anche nei suoi libri; alla scrittura, a come inizia a scrivere e procede sempre la mattina quando il figlio è a scuola, del suo editore americano che le da molta fiducia e aspetta di avere il manoscritto completo; il suo ruolo non solo di scrittrice ma anche di madre e l'importanza che ha la famiglia; ci ha anche anticipato del suo ultimo romanzo in uscita a primavera negli USA e intitolato If you only knew, e come vi ho già detto nell'intervista Harlequin Mondadori ha annunciato ufficialmente che il terzo volume della Blue Heron series verrà pubblicato in Italia per giugno 2015.
L' autrice è sempre stata gentilissima e dopo l'incontro, al firma copie, parlava con tutti quelli che le si presentavano e firmava tutte le copie che le mettevano davanti sempre con il sorriso e facendo tante foto con tutti. E anche il team Harlequin ha fatto molte foto a tante lettrici e le potete vedere a questo album sulla loro pagina Facebook!
Io e Edy Tassi |
Il pranzo è stato molto interessante non solo per la possibilità di parlare faccia a faccia con Kristan Higgins, ma c'è stato anche anche il piacere (quasi l'onore) di parlare con le persone che lavorano alla casa editrice Harlequin e che mi hanno svelato alcuni "segreti"... Di certo grazie a Lisa De Pompeis (Responsabile Marketing) non riuscirò più a criticare una copertina, dopo che ha parlato di quanto lavoro, fatica e lotte ci sono dietro! Voi non immaginate! E i diritti sulle copertine non c'entrano nulla... Il mercato statunitense e quello italiano sono diversi e anche le copertine si devono "adeguare", bisogna pensare ai giusti colori, il giusto font... Il libro deve attirare il lettore!
E' stato piacevole anche chiacchierare con Paola Ronchi (Direttore Generale Harlequin Mondadori) con la quale si è parlato di vari autori che vogliono pubblicare, di come cerchino vogliono puntare su autori nostrani e di come per gli Historical siamo primi nel mondo, rispetto a tutte le altre Harlequin!
Non vorrei dire troppo ma ci saranno delle belle sorprese!
È stato bellissimo essere circondati da gente del settore, gente importante ma che comunque ti ha fatto sentire a tuo agio, ti ha accolto e ascoltato. Non mi era mai capitato di vivere una simile esperienza, non l'avrei neanche mai immaginato che un giorno avrei partecipato ad un evento simile!
Ringrazio davvero col cuore tutto lo staff Harlequin Mondadori che ha organizzato un evento bellissimo e in particolare Francesca, Greta (non so se è il tuo nome, non lo ricordo ma le foto sono bellissime) Lisa e Paola.
Grazie e alla prossima ;)
Grazie e alla prossima ;)
Complimenti per l'intervista e il reportage. :)
RispondiEliminaGrazie mille :) <3
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