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venerdì 30 ottobre 2015

Intervista a Julie Kagawa a #BCM2015

Buongiorno lettori!

Non avete idea del weekend meraviglioso che ho avuto a Milano! Beh lo scoprirete in questo post e nei prossimi che pubblicherò a breve!

Come vi avevo anticipato mi sono recata a Milano per il Bookcity 2015 e durante due lunghissime ed emozionanti giornate ho avuto modo di incontrare tante amiche, blogger e scrittrici oltre ad avere l'opportunità di intervistare due bravissime scrittrici grazie ad HarperCollins Italia che ringrazio tantissimo!

Iniziamo dalla prima intervista, quella con Julie Kagawa, autrice di Talon, uscito ad inizio ottobre che ha scalato le classifiche italiane!


Tutti hanno ammirato e apprezzato (credo qualcuno pure sbavato sopra) la  bellissima maglietta con il drago rosso indossata da Julie Kagawa. Lei ha detto che la mette sempre agli incontri con i lettori perché così tutti riconoscono in lei "L'Autrice".
La tavola rotonda durante l'incontro in Sala della Balla

Allegra e simpatica, dopo l'incontro é stata trascinata di qua e di là, prima in sala della Balla e poi nei cortili del Castello Sforzesco per firmare le  copie delle lettrici, per fare una breve video intervista e poi ritornare a firmare copie di Talon. Tante blogger e lettrici (pure qualche lettore, per essere sincera) la seguivano ovunque andasse, e lei aveva un sorriso per tutti e faceva tantissime foto.

Terminato il firma-copie, è giunto il momento dell'evento che la casa editrice HarperCollins Italia ha organizzato per noi blogger: un happy hour con la possibilità di intervistare Julie Kagawa. Ci dirigiamo al locale a piedi e strada facendo, io e la bravissima interprete Valentina (che avevo conosciuto l'anno scorso in occasione dell'evento con Kristan Higgins) parliamo con Julie dei suoi autori preferiti (Martin e il suo Trono di spade e Neil Gaiman), delle differenze tra le trasposizioni cinematografiche e i libri da cui sono tratti (argomento trattato anche durante l'evento; inutile dirvi quanto piacerebbe a Julie vedere sul grande schermo Ember, Dante e Garret), di Dragon Trainer (sapete che c'è il libro?) e naturalmente dell'Expo, che avrebbe visitato il giorno seguente (avvisandola di prepararsi psicologicamente alla folla e alle ore di coda per entrare nei vari padiglioni). 
Arriviamo al locale e che dire: siamo una bella compagnia! Al tavolo con me c'è la mia collaboratrice Viola e la mia nuova aiutante Alice (tu sai a che mi riferisco ;) ), le simpaticissime Selene e Alessandra di Leggere Romanticamente, Sara di Starlight Book's, le Silvias di I libri: il passato, il mio presente e il mio futuro e la carinissima Aliénor J. O'Hara, autrice di Quel giorno a New York, terzo romanzo classificato al concorso eLit di HarperCollins Italia.

Il tempo passa tra uno spuntino e l'altro; lo staff HarperCollins così come quello del locale sono molto gentili e attenti. Piano piano la sala si svuota: tutte noi blogger, ad una ad una, andiamo in una saletta vicina dove Julie è pronta a rispondere a tutte le nostre domande.

Arriva finalmente il mio turno e Julie è lì, ancora sorridente e allegra, anche se probabilmente è molto stanca; questo pomeriggio fantastico e lunghissimo sta volgendo al termine ed è tempo di procedere con le mie domande.


Marianna: Grazie per questa intervista! Iniziamo con una domanda semplice: chi è Julie Kagawa? Raccontaci qualcosa di te!

Julie Kagawa: Beh, che cosa vuoi sapere di me? (Ride) Sono nata in California, mi sono spostata alle Hawaii a 9 anni e andata in Kentucky quando ne avevo 18 e da allora vivo lì. La mia idea originale non era diventare scrittrice ma veterinaria, però c'era troppa matematica da studiare e quindi ho pensato  che sarebbe stato meglio di no; ho deciso quindi di diventare scrittrice. Ho iniziato a scrivere a 16 anni, ma è iniziata a diventare una cosa seria intorno ai vent'anni o giù di lì, e il mio primo libro l'ho terminato quando avevo quasi trent'anni. Ho mandato il manoscritto al mio agente e un anno dopo è riuscito a vendere il manoscritto revisionato.


M: In Talon ci sono dei draghi che sono in grado di trasformarsi in umani e trovo che sia un'idea molto originale in mezzo a romanzi pieni di vampiri, licantropi che vendono bene... I draghi sono molto originali come ho detto e quindi da dove hai preso questa idea? 
Ah, e quando avevo 11 anni ho scritto una storia dove la protagonista era un drago che si trasforma in un essere umano e quindi hai rubato la mia idea...
                                                                                                (Vi giuro che è una storia vera: nella mia fase fantasy, intorno agli 11 anni, avevo scritto una storia fantasy dove i draghi mandavano la protagonista della mia storia sotto copertura nei panni di un'umana. Poi lei faceva amicizia con una ragazza elfo e si innamorava di un altro drago.)                                                                                                                    J K: (Ride) Mi dispiace di averti rubato l'idea. (Ride). Beh, la storia l'ho iniziata a scrivere durante il periodo del liceo: a 16/17 anni in pratica avevo scritto la storia di Talon, cioè la storia di una ragazza drago e di un ragazzo che ammazza draghi che si innamorano, ma l'ambientazione era diversa, era ambientato nel medioevo, ma i due  personaggi erano quelli della storia di adesso. In tutti questi anni la storia è cambiata, la trama si è evoluta e un po' anche l'ambientazione, ma i due personaggi protagonisti sono tali e quali a quelli della storia originale e sono davvero felice di questo.                                                                                                                                                                                                                                                                                                      M: Molti autori dicono che i protagonisti dei loro libri hanno molto di loro stessi. C'è qualcosa di Ember?                                                                                                                 

J K: Si, in Ember c'è molto di me. Effettivamente alla sua età ero molto ribelle, lottavo contro i miei insegnanti e non rispettavo le regole; ero un po' una testa calda e mi identifico molto in lei, è ribelle come lo ero io. Probabilmente in lei c'è anche il mio amore per l'oceano e la spiaggia di quando abitavo alle Hawaii. Sento di aver messo molto di me nel personaggio di Ember, molto più che negli altri personaggi dei miei libri


M: E' molto bella l'idea dei gemelli, Ember e Dante, e (SPOILER) alla fine del romanzo Dante sceglie Talon e non sua sorella, la sua famiglia, forse perché non capisce i suoi sentimenti. Ad alcune persone Dante non è piaciuto come personaggio, come ad esempio alla mia collaboratrice Viola, ma a me è piaciuto e quindi per me e per chi ama Dante c'è speranza che nei prossimi volumi lui cambi e possa redimersi? 

J K: Dante avrà il suo punto di vista nei prossimi libri, e vedremo che cosa farà dentro Talon, come si comporterà e come si evolverà, e quali saranno le azioni che lo porteranno in conflitto con Ember e cosa accadrà anche quando i due si ricongiungeranno poiché è inevitabile un loro incontro; quindi si vedrà cosa succederà durante il loro incontro... 

M:Adoro i romanzi che hanno diversi punti di vista, e in Talon sono quattro includendo il finale. Hai iniziato a scrivere con questa idea in testa, di avere diversi punti di vista, o è spuntata fuori durante il processo di scrittura?

J K: Sapevo fin dall'inizio che avrei usato tre diversi punti di vista, perchè rappresentano le tre diverse organizzazioni: Talon, San Giorgio e il mondo dei draghi ribelli di Riley. In questo modo vediamo che cosa ognuno di loro pensa, che cosa pensa Talon, che cosa San Giorgio, e perché agiscono in quella maniera. Non volevo che nessuno risultasse completamente malvagio e proprio grazie ai tre punti di vista ognuno riesce a spiegarsi e a comunicare: questa è la mia intenzione e il motivo per cui ho fatto questa scelta.

M: Talon è un romanzo Young Adult Fantasy, ma personalmente ho trovato in lui alcuni elementi che ritroviamo nei romanzi distopici: Talon è una società con determinate regole, simile a quelle che ritroviamo nei romanzi di quel genere. E' solo una mia impressione o volevi inserire degli elementi distopici in Talon? 

J K: Io credo che non si possa vedere come un romanzo distopico, nel quale c'è una società che non è la migliore e il protagonista si ribella a questa società, la combatte. Da questo punto di vista Talon può essere un romanzo distopico, ma in realtà volevo solo raccontare di queste tre organizzazioni e creare una storia nella quale si potesse vedere il mondo attraverso i loro occhi, Talon vede il mondo in un modo, San Giorgio in un altro, e raccontare cosa succede quando i membri di queste organizzazioni iniziano a combattere queste regole e guardare in profondità; ed è questo che volevo fare con Talon, il mio obbiettivo.

M: Cosa pensi dell'Italia e dei tuoi fan italiani? E' la tua prima volta nel nostro paese, giusto?

J K: E' la mia prima volta, sì. E' bellissimo e meraviglioso, sono onorata di essere qui, tutto qui è bellissimo e spero di poterci ritornare un giorno. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore per avermi invitato.                                                                                                                                                           (Il mio tempo con l'autrice è finito devo lasciare spazio ad altre interviste, ma prima di andarmene chiedo a Julie un ultima, importantissima domanda... )                                                                                                                                            M: Team Garret o Team Riley?                                                                                                                                                J K: (Ride) Se te lo dicessi rivelerei un grandissimo spoiler! Rivelerei chi sceglie Ember alla fine!                                                                                                                                             "Non si può sapere..." Dice con tono misterioso l'interprete Valentina. Mi ritrovo a concordare in toto e aggiungo che dobbiamo solo (?) aspettare i prossimi volumi ;)
E qua sopra vedete Viola, l'autrice e me. Sono quasi le 8 di sera: io e Viola abbiamo una cena che ci aspetta e Julie ha ancora qualche intervista da terminare. Mentre esco dal locale la vedo un ultima volta ancora sorridente che risponde con entusiasmo alle domande che la blogger difronte a lei le rivolge.

Vi è piaciuta la mia intervista? C'eravate anche voi all'incontro di Julie Kagawa? Commentate con le vostre opinioni e condividete la vostra esperienza!

1 commento:

  1. E' stato un piacere conoscere sia te che Viola di persona! ^_^
    Speriamo in altre occasioni simili!

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