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lunedì 27 giugno 2016

Recensione: "Nella giungla di Park Avenue" dì Wednsday Martin

Buongiorno lettori!
Oggi parlo di un libro che mi aveva attirato molto sia perché la copertina era assai figa, sia perché il tema che trattava era molto particolare e intrigante e mi piace leggere questo genere di romanzi. Sto parlando di Nella giungla di Park Avenue di Wednesday Martin, un' autrice carinissima con la quale ho parlato pochi minuti al Salone del libro a Torino. Il libro poi mi ha conquistato e ringrazio Federica di Lettrici impertinenti per avermi consigliato i video dell'autrice per la promozione del libro: imperdibili!
E adesso parliamo del libro, vi va ;)?



Titolo: Nella giungla di Park Avenue
Autore: Wednesday Martin
Casa editrice: Bookme
Data di uscita: 26 aprile 2016
Pagine: 285
Prezzo: 14,90 (cartaceo)



Quando Wednesday Martin e suo marito scoprono di aspettare un bambino, il desiderio di crescerlo in un quartiere il più possibile verde e salubre li spinge a traslocare dal Greenwich Village all'esclusivo Upper East Side di Manhattan. Dietro le immacolate facciate dei palazzi, oltre le lobby tirate a lucido sorvegliate da impeccabili portieri in livrea, Wednesday scopre la vera Park Avenue: l'ambiente più ostile e competitivo al mondo, governato da un sistema di regole, rituali, totem e tabù da fare invidia agli aborigeni australiani. Forte del suo background in antropologia, l'autrice adotta un punto di vista scientifico per studiare e comprendere la sua nuova tribù e, forse, trovare il mondo di esserne accettata. Dalla decostruzione delle pratiche igienico-estetiche tipiche delle signore locali (note anche come le Geishe di Manhattan), ai sordidi dettagli della inevitabile caccia alla borsa-feticcio di Hermès, il risultato è un ritratto della tribù più esclusiva, invidiata e vituperata del pianeta: quella dei super ricchi e delle loro esilissime, ambiziosissime consorti.


Pensavo che fosse un libro classico, di quelli ispirato ad una storia vera ma che in realtà prende una strada abbastanza diversa; invece, arrivati alla fine del libro, ho capito che l'autrice ha messo molto di se e della sua storia personale, di come ha dovuto trasferirsi nell'Upper East Side e imparare ad adattarsi (ed essere accettata) nella difficile società che vive in quel posto agognato da molti e che sembra uscito davvero da un film o una serie TV. Certo poi che se sei un'antropologa diventa una sorta di deformazione professionale la voglia di indagare questa nuova civiltà, con le sue regole e i suoi costumi più o meno conosciuti a noi altri poveri comuni mortali.

Wednesday si trasferisce a Park Avenue con il marito e il figlio e il suo volersi adattare a questa nuova sistemazione non è solo dovuto al fatto che vuole elevare se stessa, il suo ruolo nella società, mostrandosi più privilegiata di altri, vantandosi delle sue conoscenze, ma pensa proprio a suo figlio e al suo benessere, il volere che lui si faccia degli amici e non si isoli. Un bisogno comprensibile da tutti e che rimane un punto sempre presente nel romanzo, sopratutto nella parte conclusiva che tocca un tema molto forte e forse poco trattato, come la perdita di un figlio.

Non che si tratta di pura fiction ma neanche di un manuale di antropologia culturale, anche se presenta spunti molto interessanti e sono citati vari studiosi e testi che uno può approfondire a suo piacimento. Inoltre l'autrice tratta temi molto diversi e anche con molta ironia e simpatia, criticando in modo allegro i rituali e le norme di buon costume ai quali uno deve sottostare per sopravvivere. Nella parte iniziale del romanzo c'è una descrizione esilarante di Manhattan e della sua società proprio come se fosse una zona sperduta popolata da una qualche tribù ancestrale: ho riso per ore. Per tutto il romanzo ritroviamo questa allegria e questa critica dai toni divertenti, poi, verso la fine, succede un fatto molto serio e che tocca profondamente non solo l'autrice ma anche le persone a lei care, ma, in maniera inaspettata, anche la tribù nella quale ha cercato di entrare per anni; si giunge alla conclusione del suo studio con la certezza che nonostante la ricchezza e i privilegi, le assurde regole di comportamento e gli abiti firmati anche nell'Upper East Side si è umani e i dolori e le gioie sono quelle che persistono anche nella vita di noi comuni mortali. E una made di scimpanzé come una di essere umano, vogliono solo il meglio per i loro cuccioli e per loro farebbero di tutto.

Un romanzo vero, che mischia divertimento e serietà, vita vera e scienza in maniera lineare e accattivante, rendendolo una lettura imperdibile sotto l'ombrellone e non ;)


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