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mercoledì 18 luglio 2018

Recensione “Le voci delle betulle” di Eloisa Donadelli

Buongiorno lettori!
Oggi vi parlo di in romanzo uscito a giugno per Sperling & Kupfer, che ringrazio per avermi fornito una copia di Le voci delle betulle. Ho letto questo romanzo di Eloisa Donadelli con molte aspettative che però sono state un po' deluse anche se è una bella storia del cambiamento e della ricerca di se di una donna messa al bivio... Scoprite la mia recensione continuando la lettura del post!

Le betulle ci insegnano ad avere radici per restare e foglie per sognare.


Titolo: Le voci delle betulle
Autore: Eloisa Donadelli
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 5 giugno 2018
Pagine: 292
Prezzo: 9,99 (ebook); 16,90 (cartaceo)


Bernadette Laudis vive da sempre con un peso inspiegabile sul cuore, un senso di vuoto che le fa mancare l'aria all'improvviso nonostante l'abbraccio caldo della famiglia, e che cerca di colmare con il suono del suo violoncello. Finché, un giorno, un oggetto stonato rinvenuto sul pavimento di casa rivela una verità affilata, che squarcia il velo di purezza di cui credeva ammantata la sua vita. E il dolore la getta in un crepaccio senza appigli, di quelli che si insidiano nei ghiacciai delle Alpi che fanno da contorno al paesino di Cimacase, dove lei da Milano si è trasferita per amore. 
Una notte, in cerca di ossigeno fresco, Bernadette si addentra nei boschi, trovando una casa circondata di betulle. Lì vive Giosuè, un pastore solitario, un uomo anziano che si è fatto eremita per proteggere i ricordi. In paese lo chiamano «il re delle betulle»: dicono che i suoi consigli siano un balsamo per le ferite dell'anima; dicono che sappia leggerti dentro, ma che non tutti riescano a trovarlo.
Saranno quel luogo e quell'incontro a dare voce al passato di Bernadette, alla storia della sua famiglia e al mistero delle sue origini, liberandola da quell'antico peso sull'anima. Perché ci sono destini che solo gli alberi sono in grado di preservare.
Con voce poetica e autentica, Eloisa Donadelli ci regala un esordio che lascia il segno. Una storia di legami che restano scritti dentro, radici che trattengono segreti, dolori non cercati che ci conducono a ritrovare noi stessi in radure luminose.


Sapete la trama qui sopra è brutta. Sia chiaro che so quanto sia difficile scrivere una trama avvincente e intrigante che stimoli la lettura/acquisto, ma questa in particolare non mi è piaciuta perché anticipa troppo il personaggio e il ruolo di Giosuè che compare praticamente a 3/4 della storia. La struttura del romanzo mischia passato e presente, la storia della protagonista Bernadette ma anche quella di Agata e le loro storie personali che si mischiano inevitabilmente. Intrigante, mi piacciono questo genere di storie ma in questo caso viene sfruttato male.

Bernadette si trova ad un punto di svolta della sua vita e ciò la porta a riflettere su se stessa e su quello che vuole; riflette anche sul suo passato, la sua storia personale che il lettore conosce ben presto e rovina la narrazione della sua evoluzione e il suo scoprire un segreto legato alla famiglia Laudis e ad Agata. Dire chi è Agata vi rovinerebbe la lettura anche se facciamo la sua conoscenza all'inizio della storia e sappiamo subito il suo legame con Bernadette. Il lettore lo sa, e secondo me ciò rovina in parte la lettura del romanzo perché la storia e la ricerca di Bernadette non spinge a continuare a girare pagina perché il lettore sa già quello che la donna scoprirà duraste la sua ricerca. Certo, l'improtante non è la meta ma il viaggio, è curioso vedere il come, ma personalmente non mi ha preso troppo e anzi mi sentivo un po' frustrata perché man mano che le pagine scorrevano io non capivo come tutto si sarebbe ricollegato alla fine. Lo stesso Giosuè è poco misterioso perché grazie alla narrazione del passato sappiamo esattamente chi è il cosiddetto "Re delle betulle" e quindi c'è poco mistero attorno alla sua figura.

La protagonsita Bernadette è un personaggio interessante e reale, si comporta come molte donne in una situazione complicata come la sua e si affida a quello che l'ha sempre accompagnata: la musica del suo violoncello. Una parte importante, poetica, ma la poesia della narrazione in certi punti per me è esagerata e rovina la narrazione, soprattutto in quelle parti dove ci vorrebbe meno poesia e più concretezza. Non mi ha preso particolarmente e, come dicevo prima, la struttura della storia, intrigante sulla carta, nella pratica a mio parere non è stata ben sfruttata e non spinge particolarmente a proseguire la lettura. Rimane comunque un romanzo interessante per chi vuole una storia poetica su una donna che si vuole evolvere e scoprire qualcosa in più su se stessa indagando il suo passato e pensando al suo futuro, percorso e storia nelle quali molti si potrebbero riconoscere e anche trovare ispirazione a prendere in mano la propria vita e cercare la felicità. 




Non dimenticatevi di commentare e dirmi la vostra opinione su questo romanzo!


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