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venerdì 1 giugno 2018

IT’S TIME TO... #87 "Il peso delle parole" di Olimpia E. Petruzzella


Buongiorno lettori!
Ritorna la rubrica IT'S TIME TO... dove parlo delle ultime uscite italiane! Oggi parlo di un romanzo uscito da poco e che narra di sotire di persone comuni che si intrecciano le une alle altre. Scoprite Il peso delle parole, il romanzo di Olimpia E. Petruzzelli grazie ad un estratto qui sotto e su Wattpad con dei racconti prequel che vi permetteranno di immergervi nelle atmosfere del romanzo ancor prima di leggerlo (e li trovate qui).



Titolo: Il Peso delle Parole 
Autore: Olimpia E. Petruzzella 
Casa editrice: DZ edizioni
Collana: Narrativa
Prezzo: 14,90 (cartaceo), 2,99 (ebook)


Un ex violinista che detesta la musica classica, una giovane editor divorziata che si sente sempre inadeguata e non sa cosa vuole dalla vita, un attore gay e viziato che cerca di rovinare il matrimonio del suo migliore amico, famoso sceneggiatore, anch’egli gay e in crisi col marito. A legare queste vicende è Diana, giovane sceneggiatrice che, nonostante la sua esuberanza e i modi franchi e gentili, non riesce a lasciarsi andare del tutto nelle relazioni con gli altri. Il bullismo psicologico che ha subito al liceo le ha, infatti, lasciato addosso un senso di disagio da cui non riesce a liberarsi.



Diana salì lungo via Taranto, gli occhi bassi e la musica di Robbie Williams nelle orecchie. Lanciòun’occhiata al palazzo a pochi metri da lei, sede della British School. Controllò l’iPhone. Erano da poco passate le sei del pomeriggio. Sbuffò e chiuse la chiamata in arrivo di Dario. Non aveva voglia di litigare. Doveva conservare le energie.
Eccolo. Lo riconobbe per via della zazzera rossa spettinata. Iniziò a camminare nella sua direzione, fingendosi assorta. Solo all’ultimo momento parve notarlo. Gli sorrise.
«’Morning, Mr. Prescott.»
Sean la guardò appena. Le fece un breve cenno di saluto col capo e continuò per la sua strada. Diana alzò gli occhi al cielo. Forse Vanessa non aveva tutti i torti, nel definirlo un «coglione presuntuoso».
Per lei. Devi farlo per lei, si ripeté.
Gli corse dietro.
«Che piacere rincontrarla. Come sta?»
«Fine, thanks», rispose seccato, usando la sua lingua madre nella speranza forse di convincerla a desistere da qualsiasi tentativo di conversazione. La ragazza lo capì e sorrise appena. Ci voleva molto più di un trucco così semplice per scoraggiarla. Non a caso era abituata ai capricci di Logan Christopher Lucas. Quello al confronto era un principiante.
«Sta andando a casa? Faccio la strada con lei, sto andando a trovare Vanessa.»
«Really?» chiese Sean, beffardo. «You can’t do it.»
Diana trattenne a stento una risata.
«E come pensa di impedirmelo?»
«I can…» Si fermò e decise di passare all’italiano: «Io posso cacciare tua amica da casa, se tu vai a trovare lei».
Diana scosse la testa e lo guardò storto.
«Perché non le piaccio?»
«I don’t like persone che… come dite voi? Ah sì, ficcare il naso.»
Diana rallentò il passo. «È per qualcosa che ho detto l’altra sera, non è vero?»
«Tu hai fatto ricerche about me?»
Era scioccata. «Che cosa?»
«Come facevi a sapere del violino?»
«Gliel’ho detto, ho studiato musica e mio fratello è un violinista. Certi gesti potrei riconoscerli ovunque.» Si fermò per riprendere fiato. «Ascolti, non devo piacerle per forza. E, in circostanze normali, francamente non m’interesserebbe neppure. Ma Vanessa è l’unica vera amica che ho e non sopporto che sia trattata così. Il suo contratto non mi piaceva, le ho sconsigliato di firmarlo, ma leifa sempre di testa sua. Quindi le chiedo mezz’ora. Andiamo a prenderci un caffè. Conosco un locale qui vicino molto carino. Prendiamoci un caffè e, se dopo non vorrà ancora vedermi a casa sua… Beh, non la disturberò più.»
Lo vide fermarsi e fissarla, sorpreso. Diana si passò una mano tra i capelli, imbarazzata da quello sguardo insistente, che sembrava radiografarla. E che si soffermò sulla t-shirt blu con la scritta Geronimo.
«Geronimo?»
Diana si strinse nelle spalle.
«Doctor Who. È una serie tv…»
«I know. I love Doctor Who e Eleven è il mio Dottore.»
Gli occhi della ragazza s’illuminarono.
«No! Davvero? Anche il mio.»
«Mezz’ora. E mi chiamo Sean.»


Olimpia Petruzzella nasce a Molfetta (BA), il 21/04/1990. Violinista, ha iniziato a studiare musica all’età di quattro anni, e si è poi diplomata nel 2012. È inoltre laureata alla magistrale di Archeologia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, con la votazione di 110 con lode.
Un mese dopo si è trasferita a Roma (dove attualmente vive), per frequentare il master di Drammaturgia e Sceneggiatura presso l’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico. Lavora poi come stagista presso il programma di Rai3 Pane Quotidiano e presso la casa editrice nottetempo.
Nel frattempo ha collaborato – e collabora tuttora – con alcune testate giornalistiche e magazine online, come Quindici giorni, Caffè News e Hall of Series e dal 2012 al 2014 ha gestito un blog di critica letteraria, Biancaneve critica.
Ad aprile del 2013, pubblica il suo primo racconto, Storia di noi due, nella raccolta in formato ebook Senti_menti, edita dalla casa editrice Libro Aperto, dopo aver vinto un concorso da loro indetto.
Attualmente collabora con l’agenzia letteraria SaperScrivere come ghostwriter e con l’agenzia di comunicazione web Pantomedia come social media manager.


Ditemi se piacerebbe leggere questo romanzo e perché ;)

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